Quartararo, dal doppio spavento alla pole. E in Ducati alta tensione fra Dovi e Petrucci

Andrea solo 13° beffato dal compagno che ha sfruttato la sua scia

Quartararo, dal doppio spavento alla pole. E in Ducati alta tensione fra Dovi e Petrucci

Vincere un titolo mondiale è una questione di dettagli. Il pilota, il team, la moto, il compagno di squadra, i rivali, anche la fortuna. Tutti devono fare la loro parte nel momento che conta. Come le qualifiche, con la partenza dalle prime file diventata obbligatoria per chi vuol giocarsi la vittoria. Nonostante due brutte cadute il leader Fabio Quartararo ha centrato l'obiettivo e oggi prenderà il via del GP di Aragon davanti a tutti. «Avevo dolori ovunque e non è stato facile tornare subito veloce dopo il volo di questa mattina. Ero preoccupato, avevo dolore a una gamba - ha dichiarato il francesino della Yamaha Petronas - in qualifica non ho spinto al limite e sono contento perché in FP4 siamo riusciti a fare un long run con un buon passo. Per la gara temiamo soprattutto il calo delle gomme». Con la stagione che entra nella fase calda, Quartararo è focalizzato nella gestione del vantaggio in questo campionato ricco di colpi di scena con 4 piloti in 19 punti.

Con Mir, 6° e in cerca di riscatto dopo l'opaca domenica di Le Mans, chi non ha fatto i compiti ieri sono stati Andrea Dovizioso, 3° a 18 punti dalla testa, e la Ducati. Eliminato al termine della Q1, il forlivese è stato fregato dal compagno di squadra Petrucci, che ha sfruttato la sua scia, e beffato per 15 millesimi dall'altra ducati di Jack Miller. Questione di dettagli. Come i guanti scagliati con rabbia dal Dovi al rientro ai box. Per riportare il titolo a Borgo Panigale niente deve essere lasciato al caso, a partire dalla strategia tra piloti della stessa marca. «Sono arrabbiato perché partirò 13°. Ho un buon passo, ma sarà impossibile recuperare tante posizioni - ha dichiarato Andrea -. Il disguido con Danilo? Non è stato intelligente da parte sua, per tutto l'aiuto che gli ho dato negli ultimi due anni. Quanto a Ducati, ci manca velocità, non la strategia. Non ho chiesto aiuti, non sono quel tipo di pilota, forse dovevo farlo? Sono contrario agli ordini di scuderia come in F1. Lo faremo più avanti».

Con Vinales, 2° e Morbidelli 4° al via, il grande assente ad Aragon è Valentino Rossi, risultato giovedì positivo al Covid. Il Dottore guarderà la gara dal divano di casa, forse con il grande rammarico di non aver saputo approfittare dell'uscita di Marquez al primo GP per coronare il sogno del 10° titolo, svanito sull'asfalto rovente di Sepang 2015. In un mondiale appeso ad un filo, un Rossi più veloce dello scorso anno aveva fatto sperare il popolo giallo. Le tre cadute consecutive hanno decretato l'addio al sogno iridato. Il Covid, poi, ci ha messo lo zampino. Un dettaglio non indifferente, che nonostante la divisione in bolle, la stessa MotoGP fatica a controllare.

Così al via: prima fila Quartararo (Fra, Yamaha) 1'47''076, Vinales (Spa, Yamaha) 1'47''112, Crutchlow (Gbr, Honda) 1'47''305; seconda fila Morbidelli (Ita, Yamaha), Miller (Aus, Yamaha), Mir (Spa, Suzuki); terza fila Nakagami (Gia,

Honda), Petrucci (Ita, Ducati), Espargaro (Spa, Aprilia), 13. Dovizioso (Ita, Ducati). Classifica: Quartararo 115; Mir 105; Dovizioso 97; Vinales 96; Nakagami 81; Morbidelli 77. Tv: gara MotoGp ore 15 (Sky, Dazn e diff. Tv8).

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