Quei "forzati" della vittoria a tutti i costi

Biles, Van der Poel, Titmus e Alcaraz: per loro altro che «L'importante è partecipare...»

Quei "forzati" della vittoria a tutti i costi
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Parigi - Brutto mestiere quello del condannato a vincere. Ma se sei condannato, come minimo hai già vinto tanto: Phelps e Bolt potrebbero far scuola alle ultime generazioni. Poi c'è il caso degli atleti di casa e qui i francesi vorrebbero indurre alla benevolenza: con tanto di grandeur da soddisfare, è un bel peso ed una bella sfida. Mettiamoci nei panni, vabbè solo un costume, di Leon Marchand, divo del nuoto seguito dal tecnico di Phelps, che vorrebbe essere re in cinque gare. Ruolino di successo da nipote di Phelps.

Condannati a vincere sono soprattutto gli atleti che appartengono un po' a tutti e coinvolgono un tifo universale. Ed allora il pensiero corre a Simone Biles, stella Usa della ginnastica che propone un palmares più lungo del menù di tre ristoranti Gourmet: è stata considerata per anni tra le persone più influenti del mondo, ha passato difficili periodi di vita a causa di storie personali ed abusi, ma poi è tornata a splendere. Parigi val bene l'ennesima messa di Simone. Dolce condanna anche per Noah Lyles, ormai unico nei 100 e 200 m. nella scia di Bolt e del Carl Lewis suo connazionale. Noah potrebbe tentare le quattro medaglie d'oro provandosi anche nella 4x400. Lewis aveva dalla sua pure il salto in lungo così come Jesse Owens. Parliamo di miti. Noah può (deve) riscattare una storia lontana 100 anni quando, a Parigi 1924, i 100 m. furono vinti da un inglese che buggerò l'americano. L'inglese si chiamava Harold Abrahams, figlio di un ebreo lituano, che poi ispirò il film «Momenti di gloria». Abrahams concluse la sua storia lavorando come giornalista.

Toccheranno gran fatiche e poca comprensione in caso di buco nell'acqua per tre ragazze terribili della piscina: le australiane Ariarne Titmus e Kaylee Mc Keown, la canadese Summer McIntosh, specialista dei misti e di due stili: con loro solo una sconfitta fa notizia. Ma sicuramente se la passerebbero meglio rispetto alle cinesine dei tuffi o al gruppo cinese del ping pong: condannati a vincere per non essere condannati ad altro. Lasciamo la dolce condanna anche al nostro Tommaso Marini fra gli uomini del fioretto. Scherma che parte stasera, ma i francesi puntano tutto su spada a squadre e sulla sciabolatrice Sara Balzer. E come si guarderà allo specchio Van der Poel in caso di sconfitta nella gara in linea del ciclismo?

Supercondannata a stravincere la squadra Usa del basket guidata da Lebron James e dal solito gruppo di stelle: a Parigi non hanno voglia di godersi notti di stelle cadenti. Non può cadere dall'alto nemmeno Armand Duplantis che vola oltre i sei metri.

Ed anche Carlos Alcaraz, ultimo re del tennis, è condannato a vincere più di quanto gli capiti negli Slam. Mettiamoci infine l'Argentina del calcio che, visto il burrascoso inizio, dovrebbe riconciliare i Giochi con il turbolento mondo del pallone dove i crolli, di solito, fanno più fragore.

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