La Red Bull sfreccia a Palermo per uno spot. Bufera per i soli 180 euro di suolo pubblico pagato

Traffico in tilt e la modica cifra di 182 euro versata dalla Red Bull al Comune di Palermo. Bufera nel capoluogo siciliano per la realizzazione del video "Ciao Palermo, Monza is calling"

La Red Bull sfreccia a Palermo per uno spot. Bufera per i soli 180 euro di suolo pubblico pagato

Alla vigilia del Gran Premio d'Italia, in programma a Monza domenica prossima, la Red Bull lancia sul web il video"Ciao Palermo, Monza is calling" girato nel capoluogo siciliano tra il 19 e il 22 giugno.

Quattro giorni di riprese, 300 addetti ai lavori impegnati sul set, una troupe video di 60 elementi, 182 euro sborsati dalla Red Bull al Comune di Palermo per l’occupazione del suolo pubblico: questi i numeri dello spot più discusso dell'estate, che vede protagonista Max Vestappen. Il pilota olandese della Red Bull, interpretato dal collaudatore di casa Patrick Frischacher, sfreccia per i luoghi più iconici di Palermo. Con indosso la tuta da gara, attraversa il mercato di Ballarò per recuperare la propria monoposto e raggiungere il team che sta per partire alla volta di Monza. L’auto risale fino a Villa Bonanno e sfreccia in corso Vittorio Emanuele, per giungere ai Quattro Canti e continuare la sua corsa fino a Porta Felice e al Foro Italico, mentre le ultime tappe della corsa sono il Parco della Favorita e la spiaggia di Mondello.

La polemica

Tutta l'operazione commerciale ha scatenato una vera e propria bufera nel capoluogo siciliano. Innanzitutto ha messo in evidenza la mancanza di un regolamento per disciplinare le grandi operazioni promozionali, che utilizzano l'immagine dei beni culturali della città. "Secondo l'articolo 108 del codice dei beni culturali è previsto un canone da pagare in casi di riproduzione per fini commerciali di beni culturali, ma il Comune di Palermo, come la gran parte degli altri non ha un regolamento", fa sapere l'assessore alle Attività produttive Cettina Martorana.

Come se non bastasse la ripresa del clip, con la chiusura della zona del Foro Italico, ha completamente mandato in tilt la circolazione stradale. Il Comune aveva disposto la sospensione della Ztl centrale per la giornata di oggi con l'obiettivo di far defluire meglio il traffico, ma non è bastato. Lunghe code in via Roma e nella zona di piazza Giulio Cesare, alla stazione centrale. Situazione pesante anche nella centralissima via Cavour. Ma è soprattutto la notizia del corrispettivo di 182 euro per il suolo pubblico, rivelata da "Repubblica", ad aver acceso gli animi in consiglio comunale.

L'assessore Martorana ha spiegato perché la Red Bull, che ha girato su superfici molto estese della città, ha pagato il suolo pubblico soltanto per 160 metri quadrati: "Sono stati concessi solo gli spazi di stazionamento. Se ci fossero due tendoni fissi in un punto A e un punto B, in teoria il regolamento comunale consentirebbe di chiedere il suolo pubblico per la superficie che si trova nel mezzo, ma così non è stato, i presidi non erano collegati tra loro". Dal canto suo il sindaco Leoluca Orlando ha rivendicato l'iniziativa promozionale "che vedranno 300 milioni di persone. C'è qualcuno che utilizza le criticità di un'amministrazione che viene da 15 mesi di pandemia per distruggere la visione di città che stiamo costruendo".

Le critiche però sono arrivate da tutti gli schieramenti. Il presidente della commissione Sport e Cultura di Italia Viva Francesco Bertolino ha dichiarato: "In mancanza di un regolamento o un tariffario sull'utilizzo dell'immagine dei beni della città, forse si poteva chiedere qualche contropartita di promozione sociale.

Ho trovato anche di cattivo gusto le sgommate in un luogo come i Quattro Canti". Irritazione anche nel centro destra con il capogruppo della Lega Igor Gelarda, che ha presentato un'interrogazione per fare piena luce sull'esiguo versamento fatto dalla multinazionale.

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