È una finale da oltre 15 milioni di euro, non proprio briciole in questo calcio a caccia di credito internazionale oltre che di titoli. Dall'entità delle cifre si capiscono i viaggi in Arabia e il progetto di giocarne all'estero anche qualcuna di campionato. L'Inter, la più titolata, è a caccia della quarta edizione di Supercoppa d'Italia che darebbe a Simone Inzaghi il certificato di allenatore più vincente di questo ciclo neroazzurro e la spinta ad affrontare un mese di gennaio scandito da una sequenza di sfide ogni tre giorni. «Dobbiamo ripetere la stessa partenza avuta con l'Atalanta così da rendere tutto più facile» ma soprattutto «evitare gli errodi del derby di campionato» è il piano partita del tecnico campione d'Italia che questa sera può anche riappacificarsi pubblicamente col vecchio sodale Sergio Conceiçao nel frattempo arrivato sulla panchina del Milan. Nel marzo del 2023, ai tempi della Champions con il Porto, ci fu una mancata stretta di mano tra i due. «Non è successo niente» minimizza l'interista. «Meritavamo noi» insiste il portoghese.
Questa è un'altra storia che comincia che comincia appunto da altre raccomandazioni perché si tratta di un derby scandito da qualche distanza, non solo in classifica. «Sergio applica un calcio verticale» avverte Inzaghi ripensando più al derby di campionato perso nel finale. Nei test delle ultime ore sono due gli schieramenti provati dal Milan: uno classico con Musah al posto di Bennacer, l'altro con un eventuale 4-4-2 che al Porto fu il marchio di fabbrica. «Spero che la mia squadra stia meglio di me» è la premessa di Conceiçao reduce dal febbrone dell'altro giorno (gira un virus) che ha infettato Gabbia.
Il Milan si lamenta per il giorno in meno di riposo (inevitabile con questi contratti televisivi) ma forse il deficit maggiore è rappresentato dalla salute complessiva del gruppo. Leao, al primo allenamento in gruppo dopo l'infortunio patito a Verona, non può certo garantire più di un modesto minutaggio. Così Loftus Cheek e Bennacer appena rientrato dopo lunga convalescenza. «Gli uomini si vedono nelle difficoltà» l'intervento sul tema del tecnico milanista che parla più alla testa dei suoi, riuniti in cerchio sotto l'occhio indagatore di Ibrahimovic, che ai muscoli. Anche Inzaghi può segnalare qualche contrattempo - il ko di Correa - formalmente candidato al ballottaggio con Taremi per accompagnare Lautaro alla serata del riscatto anche se può contare sull'impalcatura più affidabile della sua Inter migliore, con i soliti ricchi cambi a disposizione. Come in semifinale, possono decidere proprio le sostituzioni almeno nel caso dei rossoneri.
La sintesi, alla fine, arriva proprio dalle parole di Stefano Pioli: «L'Inter è più forte ma la sfida resta aperta». E per tenerla viva ci sarà bisogno tra i rossoneri soprattutto, di chi, Theo Hernandez, fin qui è stato semi assente.
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