Regine di coppe, cuori e fiori, Federica Brignone e Sofia Goggia sono pronte: il dado è tratto, la stagione è alle porte. Brignone sarà già in pista sabato nel gigante di apertura sul ghiacciaio di Soelden, per difendere quell'argento olimpico e il terzo posto nel ranking overall. Sofia salta un turno e punta all'opening di velocità che quest'anno si celebra a Cervinia, neve permettendo, a cavallo fra Svizzera e Italia. Sofia e Fede hanno nomi che suonano già come virtù ed è a loro che si deve tanta parte delle emozioni della scorsa stagione. Tolto il bronzo olimpico di Nadia Delago, Brignone ha un bis olimpico, Sofia un argento a 23 giorni da un infortunio e una coppa di discesa. Il catalogo è questo: l'estate ha portato consiglio anche alla Federsci che ha imbastito per le sue tre punte, inclusa Marta Bassino, un team ad hoc per ognuna. Cucito su misura: Brignone ha chiuso il cerchio con l'inclusione nei ranghi federali del fratello Davide, suo mentore e coach; Sofia ritrova Luca Agazzi «con cui ci siamo sempre stimati».
Per Fede non è stata una estate facile: «Un problema tendineo mi ha tolto serenità: non capivamo come risolverlo». Sofia, invece, sintetizza: «Semplicemente ho dovuto imparare a sciare di nuovo su due gambe». Le due campionesse prendono le misure a quelle settimane olimpiche, vorticose e polemiche: «Sono felice che mia mamma possa seguirmi senza più lo stress del lavoro: mi sarà preziosa», chiosa Brignone. Goggia guarda avanti: «Posso solo dire che se penso a quei giorni non so come ho fatto a superare il dolore e la tensione».
Capitolo chiuso: si riparte anche con un pizzico di leggerezza, sul web impazza un loro karaoke a distanza urlato, ma anche un po' gracchiato. Qualcuno scherza: la melodia non era Amici mai! di Venditti. In fondo, meglio in pista che al microfono. Gli obiettivi sono chiari anche se provano a nasconderli: «Per strada mi dicono, Ciao fans, sei tu la campionessa mondiale?», dice Sofia, «Io però un mondiale non l'ho ancora vinto». Insomma, una medaglia a Meribel è nel mirino. Brignone sa che dopo aver vinto una coppa può capitare di vincerne un'altra: «Ma prima serve vincere molte gare». Continuità e tranquillità: anche per Sofia questa sarebbe la vittoria più bella, per regalarsi un viaggio a lungo termine, magari fino al 2026: «Non ci penso», ammette Fede, «Ho 32 anni e il fisico ti presenta il conto». Goggia sta per compiere 30 anni: «A Milano Cortina tengo molto, per arrivarci bisogna dosarsi, chissà, non aver potuto fare la portabandiera a Pechino potrebbe essere stato un segno del destino».
Intanto però c'è un presente che preoccupa dentro e fuori la federazione: le elezioni? «Quali?», dice Goggia, provando a dribblare, «ho votato in extremis, eravamo in trasferta... noi atleti non dovremmo parlare di politica». Concorda Brignone: «Non ho fatto in tempo a votare, niente politica, please, ma sto leggendo Ken Follet per cercare di capire questi tempi bui. Cerco di dare il mio contributo con il progetto Traiettorie liquide, ognuno può fare qualcosa per la collettività».
Già, il gruppo, la squadra: eppure ci sarà un'italiana di talento, Lara Colturi, baby Ceccarelli, che ha scelto l'Albania: per Brignone ha fatto bene, per poter subito confrontarsi con le grandi; per Goggia esiste solo il Tricolore.
Intanto in casa Fisi ci sono acque agitate anche sul fronte federale con le elezioni di Flavio Roda sub iudice: «Per noi atleti non cambia: il programma era già stato stilato e quello che conta è la serenità di poter fare nostro lavoro». E allora ecco un'altra hit da cantare insieme: Lasciateci sciare!.
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