La cosa bella tra Inter e Milan è che, al di là del campo, c'è sempre qualcosa per creare una sfida. Anche ora che l'Inter è in fuga e il Milan sembra davvero aver abbandonato i sogni di scudetto. In casa rossonera, guarda caso, a tenere banco è un ragazzino di 39 anni, un certo Zlatan che torna in Nazionale dopo quasi 5 anni e si prepara a tornare in campo dopo l'infortunio. Sulla sponda c'è l'ansia Covid, dopo che D'Ambrosio è risultato positivo e tutta la squadra è entrata in quarantena come da regolamento.
Ibra, intanto, c'è (con gli altri italiani Kulusevski, Ekdal e Svanberg) e ci sarà. C'è nella lista dei convocati diramata dal ct svedese Janne Andersson per le partite contro Georgia a Kosovo del 25 e 28 marzo valide per le qualificazioni mondiali. C'è Ibra, nonostante l'attaccante avesse chiuso le porte alla selezione e lo stesso ct lo avesse snobbato preferendo la forza del gruppo alle magie del singolo. E superando così anche le pesanti critiche reciproche degli ultimi anni. Ma in fondo, solo gli sciocchi non cambiano mai idea, specie se ne possono avere un tornaconto. Zlatan manca dalla sua Svezia dal 2016 e Andersson ha già annunciato che all'europeo ci sarà e che lui è il più forte tra tutti i calciatori. Musica per le orecchie del modestissimo Ibra, che ha celebrato la convocazione con uno dei suoi consueti post in salsa megalomane: maglia della Svezia e scritta a corredo «Il ritorno di Dio». Il solito esagerato, ma piaccia o no, lui è fatto così. E al Milan piace così, soprattutto perchè senza Mandzukic infortunato, e Rebic che si è beccato due giornate di squalifica dopo il rosso contro il Napoli, Ibra è il fattore «ic» che può fare la differenza. Già dalla fondamentale gara di domani contro il Manchester United in cui lo svedese sarà quasi certamente di nuovo in campo, guidando i rossoneri che puntano ai quarti di Europa League dopo l'ottimo 1-1 di Old Trafford. Andare avanti significherebbe moltissimo per la banda Pioli.
L'Inter invece, salutata già da un bel pezzo l'Europa, pensa solo al campionato forte del +9 proprio sui rossoneri. Ma proprio quando il titolo sembra a un passo, ecco la positività di D'Ambrosio. Tutti in quarantena come da protocollo e primi tamponi rapidi negativi per la squadra ma la paura c'è. In attesa dell'esito dei nuovi esami, un eventuale contagio diffuso metterebbe a rischio il momento d'oro di un'Inter lanciatissima. Con il Covid che potrebbe diventare in questo rush finale l'avversario più ostico da affrontare con, probabilmente, soltanto la Juventus che sogna ancora la grande rimonta.
Conte e tutti i tifosi fanno gli scongiuri e sperano si tratti soltanto di un caso circoscritto che non avrà conseguenza sul resto del gruppo. Intanto, tra ritorni e paure, in un modo o nell'altro, il derby di Milano non finisce mai.
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