«La vita è troppo breve per avere rimpianti», e se lo dice Nick Kyrgios - che dice di presentarsi per la prima volta da favorito - allora è giusto guardare avanti. Gli Australian Open, d'altronde, sono il vero punto di partenza del calendario del tennis, e dunque la vigilia è fatta di chiacchiere. E allora: del ritorno di Djokovic ormai si sa tutto («se portassi rancore non sarei qui, il ginocchio ha un problemino e spero vada tutto bene»), degli scricchiolii di Nadal anche («credo si ritirerà al Roland Garros, soprattutto se lo vince» dice di lui il rientrante Zverev), delle speranze italiane pure. Il 2022 è stato appunto l'anno in cui i nostri big avrebbero potuto raccogliere di più, con Sinner tre volte nei quarti di uno Slam, e Berrettini fermato dal Covid sulla strada di una probabile vittoria a Wimbledon. Però non è appunto tempo di ripensarci.
E allora, si parte stanotte all'1 (diretta Eurosport e Discovery+): Berrettini è carico a mille in vista dell'esordio con Murray, il cui nome fa più paura della sua attuale condizione; Sinner, invece, si presenta con l'anca a posto (l'infortunio di Adelaide è stata alla fine poca cosa) e con 3 chili in più di muscoli per evitare una nuova stagione piena di guai. Anche per rispondere all'Equipe che lo ha, per così dire, premiato come «delusione del 2022», solo perché ha finito l'anno al numero 15 di un ranking condizionato dalla mancata assegnazione dei punti acquisiti a Londra. E allora contro Edmund comincerà la riscossa, in un tabellone che potrebbe riservare ben due derby: Berrettini-Fognini al secondo turno e Sinner-Musetti al terzo.
L'Australia dunque può diventare azzurra, con un po' di fortuna, ricordando anche i primi turni: Sonego-Borges (Por) nel maschile, Cocciaretto-Rybarikina (Kaz, testa di serie numero 22) e Stefanini-Maria (Ger) tra le donne.
Poi, ultimo ma non ultimo, menzione d'onore per Mattia Bellucci da Busto Arsizio, passato dalle qualificazioni per sfidare il francese Bonzi: un anno fa era numero 681 della classifica, ha vinto cinque Challenger ed ora è 152. E, soprattutto, proprio per guardare avanti, ha la stessa età di Sinner. Fortuna sua (e nostra).
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