Rivoluzione nel calcio tv. Vince Dazn, perde Sky. Ora sarà tutto streaming

Addio alla pay dopo 18 anni. Dalla Lega di A il sì agli 840 milioni dell'emittente web e Tim

Rivoluzione nel calcio tv. Vince Dazn, perde Sky. Ora sarà tutto streaming

Gli uomini del calcio hanno detto sì. E da ieri si è aperta una nuova era tecnologica nel bel mondo dorato del pallone italiano assediato dai debiti moltiplicati dal covid. Con 16 voti favorevoli (sulle barricate sono rimaste 4 società: Crotone, Genoa, Samp e Sassuolo), l'assemblea della Lega di serie A ha assegnato i diritti televisivi domestici per il triennio 2021-2024 a Dazn che si è così aggiudicato il bando con il contributo decisivo (350 milioni) di Tim. L'azienda che fa capo al miliardario ucraino Len Blavatnik potrà trasmettere le 10 partite a settimana delle quali 7 in esclusiva e le altre 3 invece in co-esclusiva per un totale di 266 partite grazie all'offerta di complessivi 840 milioni per i pacchetti 1 e 3. Sky, che per 18 anni è stato di fatto il socio finanziatore del calcio italiano, è rimasto in corsa solo per il pacchetto numero 2 (le 3 partite in co-esclusiva tra cui una del sabato sera) per il quale ha offerto 70 milioni, cifra giudicata bassa dai presidenti dei club che sperano di raggiungere quota 100. Dovrà negoziare nelle prossime ore con l'ad De Siervo per raggiungere l'intesa entro lunedì 29 marzo pena la decadenza dell'offerta. Sul punto la ventilata concorrenza di Mediaset è strumentale per due motivi: 1) per consentire alla tv di Cologno di trasmettere in chiaro bisognerà correggere la legge Melandri; 2) due delle tre partite sono solitamente sistemate dal palinsesto al lunedì sera e coinvolgono squadre non impegnate nelle coppe. I presidenti interessati hanno il timore che l'eventuale trasmissione in chiaro possa svuotare gli stadi.

Soddisfatto il presidente Paolo Dal Pino che ha introdotto nelle ultime due riunioni la figura del notaio per verbalizzare i lavori al fine di evitare contestazioni e polemiche. È stata una mossa utile. Entusiasta Dazn che si prepara a una delicata transizione tecnologica della platea dalla pay tv allo streaming. «Questo accordo conferma il nostro impegno nel proseguire lungo il percorso votato all'innovazione» il commento di James Rushton, co-ceo di Dazn group. Tutto da scoprire lo scenario per l'utente-tifoso: il calcio italiano viaggerà su una piattaforma di streaming con la connessione ad alta velocità e non più grazie al decoder e alla parabola. Non sarà né facile né scontato a giudicare dal deficit di digitalizzazione del territorio. Sarebbe stato felice Marco Bogarelli, il manager scomparso qualche giorno fa per covid, che ha lavorato, dietro le quinte, all'operazione partita in sordina con solo 7 adesioni e poi diventata maggioranza con i 16 voti di ieri.

Pronta invece a dare battaglia Sky con un ricorso per segnalare la presenza di Tim (pronto a utilizzare Timvision) al fianco di Dazn non prevista dal bando e confermata nella precedente assemblea dalla relazione di un tecnico.

Tra gli sconfitti ci sono i possessori del famoso pezzotto, il marchingegno fuorilegge di larga diffusione specialmente al sud che consentiva di vedere le partite trasmesse da Sky con un abbonamento ridotto (10 euro mensili).

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