La Roma ha commesso un clamoroso autogol con il trattamento riservato a Daniele De Rossi. La tifoseria giallorossa si è schierata apertamente dalla parte del suo capitano e contro la società con James Pallotta e Franco Baldini, suo consulente personale, come principali colpevoli dell'addio del loro centrocampista. Il club ha deciso di non rinnovare il contratto a De Rossi ma l'ha fatto con modalità anomale e in maniera repentina scaricando un giocatore che è cresciuto nelle giovanili giallorosse e che ha giocato per 18 anni con la maglia della Roma giocando 614 partite in tutte le competizioni.
I tifosi hanno contestato fuori da Trigoria, hanno abbracciato in tutti i sensi De Rossi e annunciano battaglia e l'ultima partita contro il Parma rischia di trasformarsi in una vera e propria rivolta, si spera pacifica, contro questa scelta societaria. A distanza di 48 ore, però, ecco spuntare un audio su whatsapp che il 35enne capitano della Roma ha inviato ad un amico: "Comunque quelli dell'ufficio stampa e della comunicazione dovreste vederli poveretti. Sono bravi ragazzi, lavorano sodo e cinque-sei di loro mi amano proprio, sono tifosi veri della Roma e stanno ricevendo palate di m...a palate! Mi dispiace per loro, le croci sull'ufficio, caz... c'entrano loro".
De Rossi, incredulo, ha poi raccontato quanto successo con la proprietà giallorossa: "Io gli ho detto: se voi dite che sto male, allora datemi centomila euro a presenza. Se pensate che io non possa giocare più di dieci partite, guadagnerò un milione. Se invece non gioco mai, resterò gratis, se gioco trenta partite guadagnerò tre milioni. Ho fatto una battuta del genere. E Fienga mi ha detto che era quello che avrebbe voluto propormi con tanto di bonus ma il gli ho anche detto che manco li volevo i bonus e manco ci avevo pensato. Ma è una riflessione nata e morta lì, perché mi stava dicendo che non mi avrebbero tenuto. Due ore e mezza di colloquio.
Poi arrivo a casa e mi richiama dicendo che il presidente gli aveva dato l'ok per quel tipo di proposta. Ma come, non mi hanno detto niente per un anno, poi mi chiamano per dirmi che mi cacciano via e dopo 40 minuti arrivo a casa e mi dicono: no va bene, allora se vuoi facciamo il contratto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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