Uno stop pesante quello subito dal progetto presentato al Comune di Roma dalla società di James Pallotta e soci. Pesante nella forma e nella sostanza.
La posizione dell'Assemblea capitolina è chiara: c'è molta difficoltà nel riconoscere il pubblico interesse dell'opera. Tuttavia lo stop non dipende da "nessuna pregiudiziale" - spiega in una nota il coordinatore della maggioranza Pd Fabrizio Panecaldo - va soltanto "garantita la compatibilità ambientale". L'A.S. Roma - questo il punto fondamentale - non sarebbe in grado di farsi carico dell'intero ammontare della spesa di 270 milioni di euro, ma soltanto di 50 di questi, e avrebbe proposto di coprire il rimanente della somma con cubature per 1,2 milioni di metri cubi di cemento, da utilizzare per la realizzazione di un centro direzionale nella zona dello stadio. Ma l'Assemblea Capitolina, in riunione con l'assessore all'urbanistica Giovanni Caudo, non sembra averla presa bene:
"E chiaro ed evidente che non si può raggiungere un interesse pubblico effettuando i necessari interventi in cambio di 1 milione di metri cubi di cemento".
Non soltanto dalla maggioranza politica vicina al sindaco Marino arrivano degli altolà al progetto, che è ormai in una fase di stallo, e non soltanto per un problema di natura urbanistica e delle infrastrutture. Sono recenti le lamentele di diverse associazioni romane, gli ambientalisti su tutti, contro la scelta dell'eventuale ubicazione dello stadio di proprietà dell'A.S. roma, un "cul-de-sac completamente intercluso tra l'ansa del Tevere e la via del Mare-via Ostiense senza vie di fuga".
Anche qui d'accordo l'assessore Caudo, che - per sua dichiarazione - non permetterà la realizzazione del progetto "Senza la metropolitana e i giusti collegamenti".
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