Poco più di due anni fa (era il 28 maggio 2017) le immagini del suo addio al calcio e alla Roma, con le lacrime del 10 più illustre della storia giallorossa e dei tifosi (quasi 70mila) presenti all'Olimpico. Nemmeno il tempo di metabolizzare il cambio di vita che Francesco Totti ha subito ricevuto un ufficio e una scrivania dal club oltre che un compenso di 600mila euro. Peccato che il suo ruolo - mai definito di fatto - sia stato molto marginale nelle scelte della società. A lui si deve solo il sì di Claudio Ranieri, chiamato (inutilmente) a salvare la stagione romanista e convinto da una telefonata di Totti. Che ha dovuto assistere in sequenza all'esonero di Di Francesco e alle dimissioni di Monchi, al divorzio della Roma dall'amico De Rossi (l'altro simbolo della squadra nell'ultimo ventennio) e al no di Conte per il quale si era speso in prima persona, oltre che alle rivelazioni di un articolo di Repubblica.
Ora la nuova bomba mediatico-sportiva sta per esplodere, frantumando anche un altro bel mazzetto di certezze per il futuro. Francesco Totti è intenzionato a rifiutare la proposta di diventare direttore tecnico, con specifiche competenze di orientamento degli indirizzi sportivi e con un aumento di stipendio che si avvicinerebbe al milione di euro, al fianco del nuovo dirigente Gianluca Petrachi (in arrivo dal Torino). Un evento epocale, ovvero la possibile fine del rapporto tra il 10 e la società nella quale è cresciuto, è diventato uomo e che lui, più di ogni altro, ha reso grande. Nell'ultimo vertice londinese, al quale Totti non era presente come era accaduto altre volte, il ceo Fienga ha messo al corrente il patron Pallotta e il consulente Baldini degli ultimi sviluppi della vicenda. Uno dei nodi da sciogliere sarebbe proprio il rapporto non idilliaco tra Baldini e Totti, anche se nemmeno questo sembra essere l'ostacolo maggiore. Così come non sembra essere un problema il compenso promesso, anche se l'ex capitano giallorosso tra partite di calciotto in posti esotici, i diritti del libro e ora del film documentario a lui dedicato che ha iniziato a girare in questi giorni, Totti può fatturare ben più del doppio di quanto gli ha offerto il club.
«In questo momento vengono dette e scritte tante parole, cercando di ipotizzare i miei pensieri e le scelte. A breve il mio punto di vista nella giusta sede...», il tweet di Totti. Solo lui potrà spiegare questa clamorosa decisione. Che potrebbe essere motivata dalla percezione di Francesco di non poter realmente incidere nel destino della società come aveva fatto da calciatore e quindi di non essere in grado di operare andando nella giusta direzione anche nell'accompagnare la squadra nel duro cammino che l'attende nella stagione che inizierà già il 25 luglio. Forse anche per la paura di sbagliare qualcosa disperdendo quel patrimonio di credibilità costruito in 25 anni di carriera. E magari non ritenendo positivo il lavoro che la Roma sta portando avanti, in un momento storico difficile che forse non considera il migliore della società.
Di sicuro il club rischia di subire un nuovo divorzio sanguinoso, dopo quello dalle ferite ancora aperte, di De Rossi. E chiudere un'era, aprendo la definitiva «deromanizzazione» della Roma. Con buona pace (?) dei tifosi.
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