Roma, ora l'azzardo è Mancini. E Juric si gioca l'ultimo "all-in"

Sul croato l'ombra dell'ex ct. È disponibile, ma vuole pieni poteri e un ricco biennale

Roma, ora l'azzardo è Mancini. E Juric si gioca l'ultimo "all-in"
00:00 00:00

L'ombra del Mancio sulla panchina di Ivan Juric. Vietato sbagliare oggi pomeriggio all'Olimpico contro il Bologna per il tecnico croato, che si gioca la permanenza alla guida della Roma.

I risultati altalenanti di questi due mesi sommati a un gioco tutt'altro che esaltante hanno indotto i Friedkin a guardarsi intorno. Tanto da sondare il terreno con Roberto Mancini (il passato da giocatore e tecnico laziale non sarebbe un problema: sono passati 20 anni dall'avventura in biancoceleste), che ha dato la sua disponibilità ad approdare a Trigoria a patto di avere pieni poteri nella scelta dei giocatori (si prospetta una possibile rivoluzione a gennaio sul mercato) e un contratto lungo. Mancini non intende vestire i panni del traghettatore e tanto meno fare da parafulmine. Ecco perché chiede un accordo almeno fino al 2026 con opzione per il 2027, a differenza di quello firmato a settembre da Juric che si era «accontentato» di un'intesa fino al 30 giugno con rinnovo in caso di qualificazione alla Champions. Obiettivo che ormai rappresenta una chimera.

«Ivan il Terribile» si giocherà la panca senza Dybala, out secondo Juric per un fastidio muscolare. Un'assenza che pesa, anche se nella Capitale fanno decisamente più rumore le panchine inflitte a Mats Hummels: uno che appena 5 mesi fa giocava da titolare la finale di Champions League contro il Real Madrid e che a settembre è stato premiato dall'Uefa come il miglior difensore della competizione per la stagione 2023/24. Insomma, tutt'altro che un bollito nonostante i suoi 36 anni.

Eppure Juric non lo vede e addirittura giovedì in Belgio gli ha preferito un centrocampista adattato al centro della difesa come Cristante, piuttosto che farlo giocare. Un'umiliazione continua testimoniata dagli appena 23 minuti concessi in 2 mesi. Il feeling tra i due è ai minimi termini, così come quello tra Juric e Paredes che è passato da titolarissimo con De Rossi a panchinaro fisso. Entrambi, dovesse restare il croato al timone della Roma, sono pronti a fare i bagagli a gennaio. Un cambio di guida tecnica, invece, potrebbe cambiare il loro destino. Infine non saranno oggi allo stadio i Friedkin, che erano attesi ieri a Roma ma hanno preferito posticipare il ritorno in Italia.

Tra i tanti problemi del club giallorossa c'è proprio il vuoto di potere a livello dirigenziale, con una proprietà straniera spesso assente e la mancanza di un direttore generale di peso a gestire le questioni quotidiane.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica