La domenica nera della rossa. Là dove l'anno scorso aveva dominato con Sainz, la Ferrari ha innestato la retromarcia chiudendo con un nono e decimo posto che fa rizzare i capelli. Davanti non c'è solo l'imbattibile Red Bull di Max Verstappen alla sesta vittoria di fila, ma ci sono anche McLaren, Mercedes, Aston Martin e addirittura la Williams con Albon. Il peggior risultato a casa loro dal 2010. I più perfidi lo chiamano già effetto Binotto perché l'ex team manager ferrarista è ricomparso in pista proprio a Silverstone, tra l'altro nello stesso week-end in cui è tornato a parlare anche il suo predecessore, Maurizio Arrivabene, ospite a Race Anatomy su Sky.
Il grande flop Ferrari è figlio anche di una pessima chiamata del box, il primo tra i top team, a far rientrare Leclerc per il cambio gomme al 19° giro, una scelta che lo ha fatto crollare dalla quarta alla 12esima posizione, oltretutto per montargli gomme bianche mentre pochi giri dopo c'era chi, come Red Bull e Mercedes, montava addirittura le rosse. Tanto che attorno al 27° passaggio Charles si è aperto via radio dicendo: «Credo mi abbiate fermato troppo presto». Troppo presto, oltretutto montandogli le gomme sbagliate. È sembrata quasi una Ferrari che ha preferito giocare in difesa con una strategia conservativa pensando più a non farsi attaccare da Russell che ad aggredire chi le stava davanti. «Siamo stati troppo conservativi - ammette Vasseur - il consumo è stato minore di quello che temevamo. Avremmo potuto fare molto meglio. Essere così conservativi non è stata la scelta giusta, ma purtroppo venerdì non avevamo potuto lavorare sulle mescole». L'ingresso della Safety poi ha complicato la classifica finale, ma non sarebbe comunque finita bene.
Un brutto colpo dopo la resurrezione vista in Canada e soprattutto in Austria. Certo, questa era la pista peggiore per le caratteristiche della Sf-23, ma un passo indietro così clamoroso era davvero il peggior scenario possibile. Sainz al 44° giro ha avuto un crollo clamoroso: in poche curve lo hanno passato Perez, Albon e Leclerc. Avevano tutti gomme più morbide e più fresche di lui.
Dietro al solito Super Max che questa volta non è volato via, si è piazzato uno straordinario Norris, bravissimo a resistere ad Hamilton nel finale dopo che al via era addirittura riuscito a schizzare davanti resistendo per cinque giri davanti a tutti.
Se non fosse stato per la Safety Car sul podio ci sarebbe finito anche Piastri: «Abbiamo sorpreso anche noi stessi», ha ammesso Andrea Stella, l'italianissimo Team Principal della McLaren che nelle ultime due gare ha ribaltato la vettura trasformandola per ora nella seconda forza del campionato («Austria e Silverstone sono due piste particolarmente favorevoli alla nostra macchina che tra l'altro, da buon inglese, si comporta benissimo al fresco»). Vedremo a Budapest se dietro alla Red Bull non si ribalterà tutto un'altra volta.
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