La Rossa tradita dai suoi è l'unica che non gioca alla Formula luna park

Mai 3 bandiere rosse e 3 partenze. La F1 esagera pur di creare uno show artificiale

La Rossa tradita dai suoi è l'unica che non gioca alla Formula luna park

Tra la Formula 1 di quest'ultimo periodo e quella di cui ci siamo innamorati, comincia a esserci la stessa differenza esistente tra un match di boxe e uno di wrestling. Sembra che tutto venga organizzato per aumentare lo spettacolo dimenticandosi che alla base di tutto c'è ancora uno sport. Tre Safety Car, una Virtual, tre bandiere rosse, tre partenze da fermo e una (finta) dietro Safety Car non si erano mai viste in più di 70 anni di vita del campionato. Va bene che alla fine vince sempre lui, super Max Verstappen, imprendibile anche quando si distrae alla partenza lasciandosi sorprendere da Russell, ma siamo sicuri che questo modo di gestire le gare sia quello corretto? L'uso massiccio delle bandiere rosse ormai è fuori moda anche nelle piazze. Il vizio di bloccare tutto alla prima uscita di pista sta diventando eccessivo, quasi che ci sia l'ordine di cercare sempre la spettacolarizzazione dell'evento, di sfruttare ogni refolo di vento per strambare e cercare di rimettere tutto in gioco. L'anno scorso a Monza si decise, sbagliando, di non stoppare la gara preferendo chiuderla in processione dietro la Safety. Un errore. In Australia si è preferito stoppare tutto dopo l'uscita di Albon, quando sarebbe bastata una Safety Car per pulire la pista e recuperare la Williams. Un errore. Ci vorrebbe più uniformità di giudizio e magari evitare scelte scellerate come quelle viste alla fine, quando si è deciso di chiudere con una finta partenza lanciata dopo l'accrocchio scatenato dal terzo via a due giri dalla fine. Fia e Liberty dovranno metterci mano. Cacciare Masi non è bastato.

A una cosa tutto il caos visto in pista è servito: a rendere divertente una gara che in condizioni normali Verstappen avrebbe potuto anestetizzare. Viene quasi il dubbio che sia stato fatto tutto anche per questo. «Non aver paura a osare» è il claim di Stefano Domenicali. Giusto, ma forse si sta osando troppo. Il podio australiano alla fine ha premiato tre campioni del mondo: Verstappen, Hamilton e Alonso fra i primi tre per la terza volta di fila. La Ferrari torna a casa senza punti e per una volta la colpa è più dei piloti che della macchina. Leclerc ha sbagliato al primo via, toccandosi con Stroll alla terza curva finendo subito nella sabbia. Dopo tre gare ha già due zero in classifica. L'anno scorso aveva due vittorie. Sainz era quarto prima dell'ultimo via quando ha sbagliato la staccata andando a colpire Alonso, manovra che i commissari hanno punito con 5 di penalità. Che, per l'arrivo dietro Safety, ha significato uscire dalla zona punti.

Un peccato veniale trattato come un peccato mortale. Ma comunque il peccato c'è stato. Per una volta la Ferrari l'hanno tradita i piloti anche se la Scuderia era comunque in scia a Mercedes e Aston Martin. Non davanti come vorrebbe e dovrebbe.

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