Parte il Sei Nazioni di rugby 2013 e per provare a battere la Francia il ct Jacques Brunel si affida allo spirito del novembre scorso e, in larga parte, ai giocatori che hanno ben figurato nell'ultimo test match con l'Australia.
«Siamo ancora convinti di essere sulla strada giusta e che abbiamo la capacità non solo di sfidare la Francia, ma di imporle qualcosa. Non so se vinceremo, ma se avremo questo spirito domenica possiamo batterli», assicura il ct azzurro.
Ma l'esordio nel Sei Nazioni 2013 non sarà facile: i Coqs, infatti, sono i favoriti assieme all'Inghilterra per la vittoria finale del torneo di rugby più antico e affascinante, e arriverano a Roma con l'intento di cancellare l'onta subita nel 2011 al Flaminio, quando i giornali d'Oltralpe scrivevano di «vacanze romane» e invece arrivò la più bruciante delle sconfitte.
«Io non ho mai parlato di due anni fa - commenta Brunel -. I giocatori hanno conosciuto questo periodo ma da allora sia la Francia che l'Italia hanno cambiato gruppo, staff, obiettivi. Sicuramente sarà un ricordo importante per qualche giocatore, ma dobbiamo cercare di non pensarci troppo. I francesi ci pensano ancora? Ne hanno parlato più di noi perchè sarà la loro prima volta a Roma dopo quella sconfitta e avranno la voglia di rivincita. Quindi a noi servirà massima concentrazione».
Le condizioni non ottimali di Gori, Barbieri e Pavanello lo hanno costretto il ct a mischiare un pò le carte: il numero 9 andrà quindi a Botes, Favaro esordirà all'Olimpico come flanker e, in seconda linea, agirà Minto, vera rivelazione azzurra a novembre. Confermato tra i XV, anche Lo Cicero, che centrerà contro i francesi la presenza in nazionale numero 99, a due lunghezze dal record di Troncon. Appuntamento a Edimburgo, sabato 9, per la storica presenza numero 100, quando, se giocherà dall'inizio, al Barone i compagni concederanno l'onore di entrare in campo da solo, prima degli altri, per sottolineare il raggiungimento dello storico traguardo.
«Riuscirò a battere il primato di caps di Troncon? Beh, sono qui per questo - assicura il pilone del Racing Metro Paris -. Mi auguro di regalarmi più cose belle possibili in questo torneo, perchè probabilmente questo sarà il mio ultimo Sei Nazioni».
In mediana ci sarà ancora Orquera con il numero 10, che la Francia la conosce bene per aver giocato a lungo in quel campionato, e non sembra turbato dal compito che lo attende. L'Italrugby avrà la spinta degli oltre 60mila dell'Olimpico anche se Brunel non vuole illudere i tifosi azzurri della palla ovale: «È difficile per tutti, anche per me, sapere chi vincerà il torneo. Tutti possono farlo ma gli italiani non ancora». Ma replicare il successo di due anni fa, quello è possibile, e hai visto mai che poi l'Italia non vinca anche in Scozia. «Non abbiamo paura di nessuno, e vogliamo vendere cara la pelle. Poi se la Francia si dimostrerà migliore di noi va bene. Ma io ho tanta fiducia nella mia squadra: siamo in crescita, e ora giochiamo un rugby che ci diverte», così capitan Parisse.
Prima del match, in una cerimonia senza prcedenti nella storia del rugby italiano, la Federugby consegnerà il «Caps» agli atleti azzurri che hanno giocato a livello internazionale dal 1929 a oggi.
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