Un colpo tanto forte, nemmeno Inzaghi credeva di poterlo battere sul tavolo dell'Olimpico e soprattutto del campionato. Lontana l'epoca dello stadio tabù, due sconfitte in occasione dei primi due ritorni nel teatro di una vita. Al terzo tentativo, l'anno scorso, la prima vittoria. Stavolta, un cappotto per passare alla storia. L'Inter è sempre terza in classifica, ma il 6-0 rifilato alla Lazio l'ha rimessa in testa ai pronostici scudetto.
È vero che quest'anno ha perso il derby dopo averne vinti 6 di fila, ma quella resta l'unica sconfitta del campionato, poi 8 vittorie e 2 pareggi. È vero che quello di Roma è solo il secondo scontro diretto vinto quest'anno, ma sommando ai 6 gol di lunedì i 4 rifilati in agosto all'Atalanta, la fotografia è di superiorità netta. È vero che Lautaro non fa gol come l'anno scorso, ma con i 6 segnati a Roma, quello nerazzurro è ugualmente l'attacco migliore del campionato ed è persino banale chiedersi cosa accadrà quando anche il capitano tornerà a segnare (ultimo gol, ormai il 3 novembre), perché tutti sanno che prima o poi accadrà anche questo.
«Per me non è un problema, Lautaro deve continuare a lavorare così, per la squadra. So bene che per un attaccante il gol è tutto, ma contro la Lazio è stato ugualmente molto prezioso», l'assoluzione di Inzaghi va oltre le statistiche (appena 6 gol in 19 presenze stagionali) anche perché è evidente che l'Inter stia crescendo. Ha ritrovato compattezza difensiva, nonostante le assenze nel reparto, e solo contro il Bayern ha girato a vuoto, un po' per la formazione messa in campo e un po' per la forza dell'avversario. «Tanta gente aspettava che inciampassimo e purtroppo col Bayer è successo. Ho sentito molte cose su di noi, ma per fortuna i miei giocatori sono come me: ascoltiamo poco e pedaliamo»: interpretazione libera sul bersaglio delle parole post Lazio pronunciate da Inzaghi. Ce l'aveva con i talk in tv? Con le critiche social? Con Conte che non perde occasione per invidiargli l'organico (peraltro lo stesso che lui in qualche modo gli lasciò, andandosene nel 2021)? Inzaghi non chiarisce e prova a non lasciare nulla per strada.
Del trionfo di Roma si tiene tutto, compresa la sofferenza della prima mezz'ora, monito che nessuno regalerà nulla alla sua squadra. Non sempre Noslin sbaglierà un gol quasi fatto, non sempre un rigore spezzerà l'equilibrio, non sempre l'avversario crollerà come ha fatto la Lazio, piegata anche sul piano fisico e non solo su quello nervoso. L'Inter ha tutto per rivincere, ma deve ancora farlo e la strada resta lunga (solo un po' meno in salita).
Domani sera è già tempo di Coppa Italia (l'anno scorso l'Inter uscì in questo turno, da campione in carica, contro il Bologna), lunedì il Como, ma lo
sguardo è già a Ryad, dove a inizio anno proverà a difendere la Supercoppa che la sua Inter vince da 3 anni di fila, con la prospettiva è quella di agguantare nell'albo d'oro la Juventus, che l'ha alzata 9 volte contro 8.
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