Salah ispira la cinquina, ma Dzeko e un rigore tengono viva la Roma

Liverpool scatenato fino al 75', poi si distrae e i giallorossi rivedono il film di Barcellona

Salah ispira la cinquina, ma Dzeko e un rigore tengono viva la Roma

Avere un tridente da 89 gol a stagione è un'arma che nessuna squadra può vantare. Ma la Roma europea ha orgoglio e risorse insperate che tira fuori però troppo tardi e quando gli avversari dimostrano di avere la pancia piena. Dzeko che timbra un altro cartellino in Champions e Perotti tornato implacabile dal dischetto dopo qualche colpo a vuoto sono l'appiglio a cui attaccarsi per il ritorno. La macchina da guerra del Liverpool stava infatti demolendo la Roma in una notte che aveva fatto rivedere i fantasmi di quella amarissima undici anni fa a Manchester, appena 60 miglia da qui. Poi un finale incredibile, nel quale la truppa di Di Francesco segna due gol e riduce il passivo diventato un fardello pesante per il secondo round all'Olimpico, lasciando aperto un piccolissimo spiraglio per la gara del 2 maggio. Naturalmente servirà un'altra impresa stile Barcellona, un'altra notte di quelle magiche per non far finire il sogno in anticipo, ma soprattutto una gara in cui concedere pochissimo a un Liverpool che per 75 minuti ha dato una vera lezione di calcio ai giallorossi.

La notte di Anfield Road, in un'atmosfera pazzesca da far tremare le gambe, ha stabilito che una Roma pure produttiva in Europa non sembra ancora all'altezza di poter alzare ulteriormente l'asticella. La velocità e le accelerazioni dei Reds erano le cose più temute da De Rossi e compagni e proprio quelle si sono rivelate fatali per una squadra che dopo 18 minuti confortanti (con la traversa di Kolarov a mettere i brividi alla Kop, la celebre curva dei tifosi del Liverpool) ha rischiato di affondare. Giallorossi ubriacati dal ritmo forsennato di un Liverpool degno figlio di una Premier League che regala partite a mille all'ora, così la squadra di Di Francesco si è progressivamente abbassata e allungata, diventando sempre più vulnerabile in difesa e alla completa mercè di un avversario vorace e micidiale con il suo tridente.

E come ci si poteva attendere, l'ex (rimpianto) Salah ha fatto la differenza. Due gol e due assist per spianare la strada al pokerissimo dei Reds che chiude al primo round la sfida con i giallorossi. Non esulta, l'egiziano, sull'uno-due che affossa la sua ex squadra nel catino di Anfield, anzi una volta concesso il bis sembra quasi scusarsi con i 2600 tifosi giallorossi. Poi abbraccia i compagni "terribili" dell'attacco Mané e Firmino che manda praticamente in porta. Nei 76 minuti in cui rimane in campo, regala spettacolo e riceve la meritata standing ovation del pubblico di Anfield e anche gli applausi dei suoi ex supporter.

Era il giocatore più temuto e più evocato in questi giorni a Trigoria, che lui aveva lasciato quest'estate. La cessione più produttiva dell'era americana (42 milioni di euro più un bonus di 8), un sacrificio necessario per rimettere a posto i conti del club, all'epoca senza i proventi della Champions. E per costruire la truppa che Di Francesco è riuscito a portare così in alto in Europa. La media di un gol ogni 86 minuti (43 in 47 gare) e i 15 assist stagionali sono numeri da far venire le vertigini. Come quelle che accusa la Roma almeno fino a quando il Liverpool non stacca la spina all'improvviso, una volta uscito il folletto egiziano.

Regalando così dieci minuti di gloria ai giallorossi, che alla fine verranno applauditi dai propri sostenitori. Troppo poco per fare voli pindarici, ma nel calcio non si può mai dire. Anche se i miracoli riescono solo una volta e il Liverpool non sembra il Barcellona arrendevole visto all'Olimpico.

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