Saviano e la grande bufala dello scudetto regalato al Milan

L'autore di Gomorra in un'intervista a La Stampa torna a parlare dello scudetto vinto dal Milan nella stagione 1987/1988 e insinua dubbi. Ma la realtà è un'altra

Saviano e la grande bufala dello scudetto regalato al Milan

Roberto Saviano ha forse qualche problema di memoria. E allora è corretto rinfrescarla. Lo aiutiamo noi. Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo partire da quanto affermato dall'autore di Gomorra in un'intervista a La Stampa sulla scomparsa del Dio del calcio, Diego Armando Maradona. Ecco le sue parole sull'influenza della camorra sul calcio e sul Napoli negli anni del Diez: "La camorra comprende le sue debolezze e le usa per tenerlo in scacco. Con la droga, con le prostitute e poi - anche se non c' è mai stata una sentenza - forse con uno scudetto consegnato al Milan perché diversamente ci sarebbero state troppe scommesse da pagare". Parole quelle di Saviano che come i migliori giustizialisti lasciano aperte ombre su uno scudetto, quello della stagione 1987/88 che di fatto porta la firma assoluta del Milan di Sacchi che proprio in quell'anno con una rimonta sontuosa vinse il primo scudetto dell'era dei tulipani vincendo anche a Napoli.

Per chiarire le idee a Saviano che getta la pietra e ritira la mano, basta ricordare proprio l'inchiesta finita letteralmente nel nulla. Venne aperto un fascicolo dal giudice istruttore Bruno D'Urso che aveva già indagato per diverso tempo proprio sulla camorra. Il magistrato interrogò diversi giocatori del Napoli dell'epoca nelle loro abitazioni. Tra i giocatori ascoltati comparì anche il nome di Diego Armando Maradona, capitano di quel Napoli. Insieme a lui vennero ascoltati anche Bagni, Garella e Bruscolotti. Dai colloqui emerse la totale estraneità dei giocatori del Napoli che di fatto dichiararono di non aver mai avuto contatti con ambienti della camorra e di non aver mai ricevuto pressioni. Illuminanti su questo fronte le parole del portiere Garella: "Nel momento in cui mi accorgessi che la camorra si occupa in qualche modo di me, prenderei la macchina, ci infilerei moglie e figli e me ne tornerei al mio paesello. Non sono mica pagato per fare l’eroe". A nessun risultato poi portò l'indagine (con tanto di infiltrati) del pretore Alfredo Fino, come ricorda Today. Anni dopo fu lo stesso Salvatore Bagni, uno dei giocatori di primo piano di quel Napoli, a spiegare che lo scudetto perso nell'87/88 era figlio di un crollo fisico nell'ultima parte di campionato. Ma ritirare fuori questa storia ricordando Maradona non è certo il modo migliore per onorare la memoria del Diez.

E soprattutto non è certo la circostanza adatta per infangare uno scudetto, quello del Milan, vinto sul campo grazie agli schemi di Sacchi che con Gullit e Van Basten stava per aprire, proprio in quella stagione, uno dei cicli più importanti della storia del calcio. Senza ombre e senza aiutini della camorra. Con buona pace di Saviano.

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