Lo schiaffo di Milik consegna alla Signora la settima di fila

Tutte vittorie senza prendere gol. Ma i bianconeri soffrono. Al 91' ci pensa la punizione del polacco

Lo schiaffo di Milik consegna alla Signora la settima di fila

Una punizione di Milik appena oltrepassato il novantesimo. La Juventus vince a Cremona, incassa la settima vittoria consecutiva in campionato senza prendere gol e mantiene inalterato il proprio svantaggio dal Milan. Per il polacco, impalpabile o poco più nel corso di tutto il match, quinta rete in campionato e settima stagionale: Allegri e il popolo bianconero ringraziano, pur se è chiaro a tutti che battere la penultima in classifica con tale fatica non depone a favore di chi sogna addirittura una rimonta con vista scudetto o giù di lì. Siccome però da queste parti conta solo la vittoria, va bene così. Soprattutto, va bene che Allegri abbia avuto conferma della bontà dei suoi giovani: cominciato il match schierando titolari Matias Soulé (2003), Fabio Miretti (2003) e Nicolò Fagioli (2001), la Juve ha poi pian piano inserito i suoi big o almeno i presunti tali. Difficile dire chi abbia fatto meglio: di sicuro, però, il baby argentino ha confermato tutto il proprio talento.

Allegri inizia la gara lasciando in panchina Alex Sandro, Rabiot, Paredes, Chiesa e Kean. Difesa a tre, Soulé largo a destra e Miretti in appoggio a Milik, con Fagioli in mezzo al campo insieme a Locatelli e McKennie. Qualche sbavatura in difesa non manca, ma è una Juve intraprendente che vuole giocare e che per mettere sotto la Cremonese basta e quasi avanza. Il gol però non arriva, almeno non nel primo tempo nonostante una lunga serie di occasioni. I lombardi spinti da uno striscione dedicato a Vialli, doppio ex di giornata - sono però i primi a spaventare il portiere avversario, ma il quasi gol di Valeri viene vanificato da un fuorigioco di centimetri. È passato un quarto d'ora e da quel momento in avanti in campo c'è quasi soltanto la Juventus. Soulé è quasi imprendibile, partendo da destra e accentrandosi per sfruttare il suo piede migliore: due sue conclusioni a giro vengono deviate da Carnesecchi, altro baby in vetrina che non a caso piace anche alla Signora. Ci prova anche Miretti, dal lato opposto. E poi Kostic: stessa sorte, palla fuori di un soffio. In compenso al tiro al bersaglio non partecipa Milik, lento nel liberarsi a centro area.

Dieci minuti della ripresa e Allegri sceglie di accelerare: dentro Chiesa e Kean, fuori Soulé (perché?) e Fagioli, lo scorso anno trascinatore della truppa grigiorossa fino alla promozione. La Juve fa la partita, inevitabilmente: Gatti, su azione d'angolo, va vicino a centrare la porta, poi ci prova ancora Kostic. E Chiesa dà il suo contributo, pur non inquadrando la porta: quando lo fa Dessers, il palo alla destra di Szczesny trema con il portiere polacco abbondantemente battuto.

Non ci si annoia: Carnesecchi compie un mezzo miracolo su Kean, Szczesny è attento su Valeri.

Non si tira indietro nemmeno la squadra di Alvini: Afena-Gyan colpisce il palo esterno, poi è ancora assalto Juve. Fino alla fine, come da claim societario. A decidere, appunto, una punizione di Milik: non potentissima, ma precisa al punto da diventare amica del palo terminando la sua corsa in rete.

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