Scontro tra marziani in terra e nella storia Bolt "fulmina" Lewis

Usain venti volte più veloce del miglior tempo fatto da Carl. L'americano: 9 ori. Doppio bis 100-200: sogno giamaicano

Nostro inviato a Londra

Uno storico giamaicano ha raccontato che Bolt vince «perchè siamo figli di schiavi». Ma lo erano anche Carl Lewis e Muhammad Alì, tanto per citare a caso. Usain Bolt, invece, dopo aver vinto i 100 ha raccontato che quando corre lui «non ci sono crimini a Kingston. Soprattutto durante i giochi». È già un punto a favore. Carl Lewis non riusciva a tanto. Carl Lewis e Usain Bolt: andiamo nella terra dei marziani. Anche sulla luna sono informati circa la grandezza di questi due. Lewis attraeva folle oceaniche, Bolt ha ipnotizzato circa due miliardi di telespettatori per i nove secondi che potevano sconvolgere il mondo. Cosa chiedere di più? C'è da risolvere l'amletico dubbio: più grande Bolt o Lewis? A rigor di tempi la risposta è già bella e pronta. Carl Lewis corse nel 1991 i 100 metri in 9”86, realizzò quattro record del mondo (dal 9”93 di Roma 1987 al 9”86 di Tokyo '91), toccò la sua velocità massima nel 1991: km 43,373. Bolt oggi è l'uomo che ha corso per tre volte i tempi più veloci della terra (9”58 a Berlino 2009, 9”63 domenica, 9”69 a Pechino 2008), ha toccato la sua velocità di punta a Berlino km 44,72 e, qui sta la grande differenza, è andato 20 volte sotto 9”86 ovvero sotto il record di Lewis!

Dunque? Carl Lewis tempo fa allungò il dubbio. «Faccio fatica a capire come sia sceso da 10 netti a 9”6 nel giro di un anno. In Giamaica passano mesi senza vedere un controllo antidoping». Bolt gli ha risposto con i fatti ed anche con una battuta, proprio l'altra sera: «Ormai sono abituato a veder sbarcare i controllori, vengono spesso in Giamaica. Mi sa che gli piace. Credo che la nostra federazione abbia fatto più controlli che alcuna altra nel mondo. Tengo gli occhi aperti, ho perfino smesso di bere qualche bibita pericolosa...».

Ecco, Bolt e Lewis sono questi due. Primadonna acidina l'americano, fenomeno gioioso il giamaicano. E così il loro modo di correre e stupire. Lewis era elegante e perfettino: piaceva. Bolt è devastante e prepotente: emoziona. Bolt è la tempesta perfetta: devasta. Lewis il raggio di sole: riscalda. Lewis è stato l'uomo che ha inventato il professionismo mascherato. Bolt ha fatto decollare gli ingaggi dell'atletica verso vette concesse a pochi sport. La presenza di Bolt ad un meeting costa tre volte quanto costava Lewis: a Roma ha intascato circa 300mila dollari e i suoi ingaggi complessivi toccano i 20,3 milioni di dollari. Lewis ha conquistato 10 medaglie olimpiche, nove d'oro. Bolt è arrivato a quattro d'oro. Lewis è stato eletto atleta del XX secolo, Bolt corre per esserlo nel XXI. Bolt è il più alto campione olimpico dei 100 metri: m.1, 96. Lewis era fermo a un metro e 88. Lewis ha conquistato cinque titoli olimpici nella velocità (due volte i 100 metri, due volte la 4x100 e i 200 m). Bolt è arrivato a quota quattro, ma qui a Londra potrebbe arrivare a sei.

Maurice Greene ha spiegato Usain dicendo che «è un'anomalia della natura». Carletto pareva un regalo della natura, molto più armonico nella struttura. Lewis sfruttava la leggerezza, Bolt sfrutta forza e decontrazione. Lewis ha sempre ammesso di privilegiare il salto in lungo, dunque non ha curato qualche difettuccio nella corsa. Bolt si preoccupa soprattutto alla partenza: tipico tallone d'Achille. Ci stava pensando anche l'altra sera, prima di diventare siluro. «Ho cercato la sicurezza allo start, ma soprattutto ho ascoltato il mio allenatore. Mi ha detto: smettila di preoccuparti,la parte migliore della tua corsa è quella finale. E così è stato». Tra i 60 e gli 80 metri il giamaicano ha sempre costruito il top delle sue prestazioni.
Il tempo di reazione allo sparo di Bolt dice: 0”165. («Non proprio una bellezza»). Ma se, per assurdo, sgravassimo il tempo della corsa da quello della reazione, il cronometro avrebbe detto 9”57. E se, con lo stesso sistema, domenica sera Bolt avesse corso in altura a duemila metri e con vento nullo(a Londra soffiava con un metro e mezzo a favore) sarebbe riuscito nell'impresa che il mondo e la scienza gli accreditano: scendere sotto i 9”50, per l'esattezza 9”43.

Ma questi sono solo calcoli teorici. L'effetto pratico dice che Bolt appassiona e riesce ad attrarre a sé tutto il tifo del mondo. Carl Lewis affascinava ma aveva tanti nemici. Lewis è stato un re sull'Olimpo, Bolt è un re fra la gente.

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