Roberto Corsetti, direttore sanitario del centro medico B&B di Imola, specialista in cardiologia e medicina dello sport, cosa può essere accaduto allo sfortunato Eriksen?
«Da quello che hanno mostrato le immagini televisive, è verosimile che si sia trattato di un arresto cardiaco su base aritmica. Tecnicamente è cessata per alcuni secondi la funzione di pompaggio del cuore e questo provoca malore e perdita di sensi. Per riportare l'atleta alla stabilità ed evitare situazioni più gravi, è stato effettuato un messaggio cardiaco e a quanto abbiamo potuto capire anche la respirazione bocca a bocca».
Soccorsi tempestivi, dunque, anche senza l'uso del defibrillatore, rivelano le immagini.
«Ottimi, siamo felici che il giocatore sia tornato cosciente e sia sotto controllo. Questi soccorsi possano essere effettuati nella maniera migliore e con velocità durante gare di calcio o di basket o di pallavolo, con l'episodio che avviene a pochi metri di distanza. Più complicato diventa se un dramma del genere avviene senza un'assistenza così vicina».
Ma come può accadere un fatto del genere a un atleta così controllato a livello medico come il calciatore danese dell'Inter?
«Partiamo dal presupposto che più sale il livello degli atleti, più sale anche il livello dello staff sanitario e quindi un evento del genere è più raro. Dovendo diffondere la verità, bisogna dire che un cuore sano non si arresta, anche a fronte di sforzi impensabili. Un cuore sano non deve e non può produrre o innescare un'aritmia che può portare a una fibrillazione ventricolare. Se degli esami che verranno effettuati nei prossimi giorni, sarà confermata la causa scatenante dell'aritmia, evidentemente qualcosa che non andava c'era».
E di cosa potrebbe trattarsi?
«Si può andare da un tipo di cardiomiopatia genetica a una forma infettiva acuta come la miocardite, ad esempio, ci sono stati in passato casi risolti di questo tipo. Quindi, possono presentarsi eventi improvvisi se le cause non sono identificate o non diagnosticate».
Cosa si può fare per evitare nuovi episodi del genere?
«Sicuramente accertamenti sempre più accurati e mirati, oltre che frequenti. La legge prevede esami specifici ogni anno, diciamo che la frequenza potrebbe essere più ravvicinata, tipo ogni tre mesi».
Eriksen potrà
tornare in campo secondo lei?«Se si è trattato, come credo, di un problema di aritmia, posso dire con molta franchezza che non sarà semplice il percorso di ritorno all'attività agonistica. Mi auguro che non sia così».
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