Social, soldi e videogame. Anche ai tempi del Virus che ci chiude in casa, Sebastian Vettel preferisce la vita vera a tutto il resto. Gli mancano gli abbracci, gli mancano gli amici, lo sport in tv, la Formula 1 intesa come piacere di guidare e non business da salvare. La sveglia suona presto a casa Vettel, alle sette è già in piedi, ma Seb non ha tempo da perdere con i videogame. Ha tre bambini piccoli (sei e cinque anni le bimbe, pochi mesi l'ultimo arrivato) a cui badare e fino a pochi giorni fa non aveva neppure il simulatore in casa. Adesso si è attrezzato, si è messo al volante, ha fatto qualche giro, ma difficilmente lo vedremo gareggiare contro Leclerc, Norris e compagnia: «Ho visto che c'è chi si è messo d'impegno provando e riprovando, mi divertirò a giocare un po', ma non vedo un gran futuro da simracer. Io ho di meglio da fare e poi ho tre bambini piccoli». Ha altri giochi da inventarsi, ancora qualche pannolino da cambiare. E poi il giardino da curare, le moto e le auto in garage da lucidare. No, i videogame non sono certo la sua priorità. «Mi manca il resto della famiglia, mi mancano gli amici e il vederci tutti assieme, mi mancano le corse e ho ancora voglia di Formula 1. Ecco una cosa di cui sono sicuro è di aver ancora voglia di correre».
Sebastian è collegato da casa sua in Svizzera, da una stanza che sembra una chalet alpino con piccoli quadri astratti di un pittore tedesco alle spalle. Ne stacca pure uno dalla parete per avvicinarlo alla telecamera. Era meglio lasciarlo lontano Un'ora a chiacchierare con il mondo della Formula 1, gli arrivano domande da tutt'Europa. Le uniche a cui non risponderà sono quelle sulla vita privata. Come al solito. Peccato, sarebbe stato carino sapere se al terzo figlio è riuscito a migliorare il suo tempo sul cambio del pannolino
La preparazione. «Mi sto allenando molto, è diverso dalle solite soste invernali perché purtroppo non sappiamo quando si tornerà a guidare. La prima settimana è anche stato bello potersi rilassare un po', adesso davvero non vedo l'ora di tornare in auto, ho capito quanto mi manca. Purtroppo non mi sono ancora svegliato una mattina scoprendo di aver imparato a suonare la chitarra. Non sono ancora emersi talenti nascosti, finora non ho scoperto qualcosa di me stesso che non conoscevo. I social? No, non mi sono applicato, continuano a non interessarmi. Preferisco sempre la vita vera. In questo periodo abbiamo una grande chance per fare un reset e capire che cosa è davvero importante per noi».
Le prospettive. «La priorità per tutti oggi è di essere pazienti. È la miglior medicina che possiamo prendere. Io vorrei tornare a correre, ma c'è un sacco di gente che vorrebbe tornare a fare quello che ama e che non può. Oggi non sappiamo quando potremo ripartire, se con 8, 10, 15 gare o con nessuna. Noi siamo pronti a tutto, l'importante è la salute di chi lavora con noi e degli spettatori. Amiamo sentire il pubblico, ma se non sarà possibile possiamo anche gareggiare a porte chiuse. L'unica cosa che non credo realistica è fare dieci gare di fila in dieci settimane. Non tanto per noi piloti, ma per chi deve lavorare sulle auto».
Il taglio dello stipendio. «Con Mattia abbiamo parlato anche della possibilità di ridurmi l'ingaggio come hanno già fatto alcuni. Ma solo quando capiremo quando ripartirà la stagione, potremo davvero sapere come intervenire. Non voglio fare annunci adesso e sembrare uno che si fa pubblicità in un momento così doloroso per tutto il mondo Stiamo anche parlando del futuro. Abbiamo ancora qualche dettaglio da sistemare perché ora le priorità sono altre. Se la prima gara non sarà prima di giugno o luglio, probabilmente l'annuncio arriverà prima. Io so che ho voglia di continuare a correre. Lo spostamento delle nuove regole non cambia la prospettiva, avremo un anno in più con auto più veloci di quel che diventeranno poi, il che non è male Nella mia carriera ho sempre sottoscritto contratti lunghi, di almeno tre anni e non credo la cosa possa cambiare. Non mi sento vecchio, anzi...».
La situazione tecnica. «Non eravamo i favoriti a Melbourne e non lo saremo quando si ripartirà. Oggi a Maranello è tutto chiuso giustamente e lavorano solo le idee degli ingegneri, vedremo quelle che riusciremo a utilizzare.
Io mi sentivo bene sulla nuova auto, ma non eravamo abbastanza competitivi Ma sono fiducioso Il volante Mercedes è una soluzione intelligente, ma non una soluzione che ti fa vincere le gare. Anche noi abbiamo delle cose interessanti, non preoccupatevi. Per quanto riguarda le accuse degli altri team dico che se fossimo stati irregolari ci avrebbero squalificati». Da casa Vettel è tutto. Seb passa e chiude.
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