Seguito da Juve e Real dopo 5 anni è tra gli svincolati La triste parabola di D'Agostino

Cinque anni fa Gaetano D'Agostino era l'oggetto del desiderio di molti club, uno dei pezzi più pregiati del calciomercato. Reduce da una brillante stagione a Udine, si appresta a spiccare il volo nel grande calcio. Le cose, però, andranno diversamente...

Gaetano D'Agostino dal corteggiamento di Real e Juve alla squadra dei disoccupati di Coverciano
Gaetano D'Agostino dal corteggiamento di Real e Juve alla squadra dei disoccupati di Coverciano

Annata 2008-2009: Gaetano D'Agostino ha appena disputato la sua stagione migliore con l'Udinese, mettendo a segno 11 reti in 36 partite e dispensando assist in quantità. A fine anno c'è pure la ciliegina sulla torta, ovvero l'esordio in Nazionale dal primo minuto di fronte all'Irlanda del Nord. Il giocatore più richiesto del calciomercato è lui, e l'accordo sembra quasi fatto con la Juventus; fra gli sponsor di D'Agostino c'è addirittura Lippi, all'epoca ct azzurro. Il centrocampista rilascia delle dichiarazioni ai giornali parlando già da juventino: il suo passaggio dal bianconero friulano a quello torinese viene dato per certo.

In realtà non è così: la trattativa si rivela più complicata del previsto e la Juve decide - col senno di poi sciaguratamente - di virare su Felipe Melo, meno costoso di D'Agostino. L'Udinese valuta il suo gioiello 25 milioni di euro, paragonandolo ad Andrea Pirlo, maestro indiscusso in quel ruolo. Forse è ancora presto per mettere i due sullo stesso piano, ma D'Agostino può senz'altro essere l'erede di Pirlo. Il giocatore non si perde d'animo per il mancato trasferimento alla Juve: alla sua porta bussano i grandi club stranieri, come Liverpool e, soprattutto, Real Madrid. La trattativa con gli Spagnoli è serrata e la fumata bianca appare imminente. D'Agostino, stavolta, è più prudente nelle dichiarazioni: si dice contento dell'interessamento del Real, ma bisogna attendere l'ufficialità. Ostenta serenità, ma la tensione comincia a crescere con il passare dei giorni, e dal club iberico non arrivano comunicazioni. Niente da fare: nessuna chiamata da Florentino Perez e la trattativa si spegne. Motivo? Il Real ritiene troppi i 25 milioni chiesti dall'Udinese, proprio come la Juventus. Anche i Madridisti si buttano su un altro giocatore, Xabi Alonso, chiudendo l'affare nel giro di poco tempo. D'Agostino, così, rimane a Udine. Più per scelta di altri che sua.

Il contraccolpo a livello psicologico è pesante, e la stagione 2009-2010 di D'Agostino non è all'altezza della precedente: 20 partite e un solo gol messo a segno. Comincia la parabola discendente e l'apice mai raggiunto, solamente sfiorato, aumenta i rimpianti. Nell'estate del 2010 lascia Udine per approdare alla Fiorentina, che acquista la comproprietà per meno di 5 milioni di euro. Decisamente poco rispetto a quanto veniva valutato dal presidente Pozzo appena un anno prima. A fermare la sua rinascita a Firenze sono gli infortuni, che gli consentono di giocare una ventina di partite in tutto. I Viola non lo riscattano, D'Agostino torna all'Udinese che poi lo manda a Siena. Il contrasto con le sirene del Real Madrid si fa ancora più netto.

La discesa sembra non avere fine, pure a Siena mette insieme poco più di venti partite, poi viene girato al Pescara dove gioca ancora meno, senza riuscire ad incidere. Perde la serie A e dopo una stagione in B, complice il fallimento della società toscana, (l'ultima con solo 8 presenze 4 reti) finisce svincolato, alla ricerca di un contratto ad appena 32 anni.

L'impressione è che D'Agostino si sia portato appresso per tutti gli anni successivi il peso di quel mancato trasferimento nel 2009, un macigno che gli ha tarpato le ali e ha fatto sprofondare inesorabilmente la sua carriera.

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