In serie A dopo una giornata c'è già il pieno di acciacchi

"Sold out" le infermerie di molti club. Ma tra coppe e mondiali il peggio deve ancora venire...

In serie A dopo una giornata c'è già il pieno di acciacchi

Fosse solo una questione di età, nell'elenco dei primi eccellenti infortunati non comparirebbe Miranchuk, calciatore russo appena passato dall'Atalanta al Torino, 26 anni, attaccante, in passato poco utilizzato a tempo pieno da Gasperini. Poi c'è anche una questione di età, naturalmente, dettata dalla presenza di Angel Di Maria, la star argentina del Psg che ha già illuminato il calcio della Juve al debutto con il Sassuolo rimediando un acciacco muscolare di ridotta entità e che ha aperto la questione all'alba di una stagione che ha caratteristiche uniche e senza precedenti. A seguire è arrivato l'insulto muscolare tradito da Mkhitaryan appena sbarcato ad Appiano Gentile dalla corte di Josè Mourinho e considerato, nei piani di Simone Inzaghi, l'alternativa autorevole agli estri altalenanti di Calhanoglu. Questo è lo scenario attuale: niente di preoccupante, come si può capire. Eppure i due dati dei quali bisogna tener conto sono altrettanti numeri: dal 13 agosto al 13 novembre, interruzione per il mondiale invernale in Qatar, sono in calendario 15 partite di campionato più 6 per i club impegnati nelle coppe europee. Il tempo a disposizione inoltre non è tre mesi ma due mesi e mezzo perché nel frattempo sono da calcolare, con annessi viaggi, trasferimenti e partite da giocare, le due interruzioni per le nazionali. Per valutazioni più approfondite del fenomeno bisognerà perciò attendere le prossime puntate del campionato appena sgabbiato dai blocchi di partenza. Piuttosto vale la pena segnalare le tendenze in materia di calcio-mercato seguite da alcuni club che possono accentuare taluni rischi oppure costituire una qualche garanzia teorica, al netto naturalmente dei traumi che non sono responsabilità né dell'età e ancor meno della preparazione. Diventerà interessante seguire il cammino del Napoli di Spalletti che nel giro di una sessione di mercato ha provveduto a ringiovanire la rosa congedando Insigne, Koulibaly, Mertens e Ghoulam e tesserando una striscia di giovani (il georgiano impronunciabile più Raspadori) con l'eccezione del secondo portiere Sirigu. La spiegazione esiste ed è pertinente per ciascun modello (apri pista è stato il Milan di Elliott).

La Juve ha puntato su campioni doc (Di Maria, Pogba), adesso su Depay che è esponente collaudato nella prospettiva di vincere subito, al pari dell'Inter che passando dal ritorno di Lukaku al «sacrificio» di Casadei ha fatto scelte che sono tecniche innanzitutto e poi finanziarie.

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