Paolo Di Canio non ha più voglia di rispondere alle domande di politica e, indignato per l’accusa di razzismo, non ha voluto commentare le polemiche che hanno seguito la sua nomina a manager del Sunderland. Infatti, all’indomani del suo arrivo allo Stadium of Light alla guida dei black cats, l’ex ministro laburista David Miliband si è dimesso dai quadri dirigenziali del club per esprimere il suo dissenso nei confronti della scelta del presidente Ellis Short. Dimissioni ideologiche alle quali ieri aveva risposto lo stesso club, difendendo l’integrità e la professionalità del neo allenatore.
"Non voglio più rispondere a queste domande (sulle sue dichiarate simpatie fasciste), c’è stato un buon comunicato stampa da parte della società e anche io ho parlato chiaramente: non voglio più parlare di politica per una sola ragione, perchè non siedo in parlamento e non sono un politico, parlo solo di calcio". E in precedenza aveva già dichiarato: "Non sono razzista. Questa storia è assolutamente stupida e ridicola. Chi mi conosce veramente cambia presto idea su di me. Quando giocavo in Inghilterra i miei migliori amici erano Trevor Sinclair e Chris Powell (entrambi neri)".
Per quanto riguarda il calcio giocato, l'ex laziale si dice sicuro: "La stampa mi chiama l’italiano pazzo ma scommetterei qualsiasi cosa sulla salvezza del Sunderland". Il Sunderland è attualmente 16esimo in Premier League, a +1 sulla zona retrocessione. La cura Di Canio è appena iniziata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.