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Shiffrin lady dei numeri: 82 vittorie e record tra dolore e sentimento

Miki eguaglia Vonn e ora punta Stenmark (86). Dalla morte del papà agli infortuni al ginocchio

Shiffrin lady dei numeri: 82 vittorie e record tra dolore e sentimento
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Signora delle cifre, ma anche di sentimento. E non da ieri, la più forte di tutte. Vincendo con un margine imperioso il secondo gigante di Kranjska Gora, Mikaela Shiffrin ha agganciato Lindsey Vonn a 82 vittorie in carriera e, finalmente, si è sciolta in un pianto dove c'era tutta la prima manche della sua giovanissima, premiatissima, ma anche dolorosa vita.

Da oggi ogni sua gara sarà un nuovo record fino a superare Ingemar Stenmark a quota 86 e poi oltre, la dove nessuno è mai giunto prima nello sci alpino. Eppure questa enterprise della neve, proiettata verso quota 100, è anche e solo una ragazza. Certamente «programmata» per vincere, dalla famiglia, dal college, dagli sponsor: quanti altri lo sono e non raccolgono lo stesso? La differenza è nel talento, ma soprattutto nel cuore: «Cerco solo qualche buona curva e se questa porta ad un record, bene», la frase ad effetto che Mika ripete sempre. «Oggi ero nervosa, mi è venuto perfino un rush cutaneo», si graffia l'occhio al traguardo, campionessa senza averne l'aria. Nessun divismo, come conviene a quelli grandi per davvero. Curiosa la sua cabala a numeri invertiti: a quasi 28 anni di età (li compie a marzo), ha già 82 vittorie. E le dimostra tutte: 51 in slalom, 17 in gigante, 5 in superG, 1 discesa, 3 city event, 2 paralleli e 1 Combinata alpina. Dopo Lindsey e Mika, le signore europee dei record portano i nomi da annali di Annemarie Moser Proell (62) e Vreni Schneider (55). Fra i signori? Dietro a Ingo, ci sono Hirscher (67) e Tomba (50).

Shiffrin, però, ha almeno tre cose che Vonn non ha: non ha ancora scritto un libro, mentre Vonn lo ha appena dato alle stampe, anche in Italia, arrivando in zona Cesarini. Mika ha poi conservato salute e freschezza: anche in questo consiste la fortuna e la bravura del campione. Alla sua età Vonn aveva vinto solo 53 volte, le altre 29 arrivarono diluite in 19 anni contro i 12 di Mika - fino alle ultime gare sfilacciate. Prove titaniche di una dea contro destino e ginocchia. Tanto fu doloroso vedere Lindsey arrendersi all'anagrafica, tanto è gioioso veder oggi rinascere ogni volta la Shiffrin. Come dopo la morte di papà Jeff a febbraio 2020, l'unico vero irrimediabile infortunio al cuore di questa campionessa. Come nel nuovo amore con il collega norvegese Kilde, principe azzurro dei nostri giorni: un maglione, un tuffo, un ballo, una schitarrata. Un amore dalla porta accanto e non copertine blasonate fra gossip e mistero. Anche nella semplicità si può nascondere l'eccezionale.

E allora è bello che la Slovenia la incoroni proprio davanti a tre campionesse capaci di vincere, almeno una volta, la coppa overall. Seconda c'è Federica Brignone (77/100) al primo podio di stagione, dopo tre legni, e una cifra tonda, perché è il 50° sigillo top 3 in curriculum.

Terza chiude un'altra principessa da 68 podi: Lara Gut Behrami (97/100). In Slovenia trova spazio anche Marta Bassino, quinta (116), brava a mantenere il pettorale rosso di leader nel ranking di gigante. Domani si riparte con uno slalom a Flachau (Rai Sport Hd, 18 e 20.45).

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