Callejòn ci prova due volte. Ma l'Inter non può cedere

Il Napoli nel primo tempo rinuncia a giocare. Botta e risposta negli ultimi 15', ma nerazzurri sempre da brividi in difesa. E l'attacco fa fatica

Callejòn ci prova due volte. Ma l'Inter non può cedere

L'Inter salva la faccia, il Napoli si gioca la faccia nel gran finale. Pareggio centellinato e gustato tutto negli ultimi 15 minuti: Callejón che punge e inchioda due volte, l'Inter che si inginocchia ma stavolta non è solo un toro sbuffante. Salvata, guarda caso, dai due giocatori più discussi: Guarin che non sai mai cosa ti combina e Hernanes bello, ma troppe volte senza anima. Ieri sera ce l'ha messa. Ed ha salvato l'Inter e forse Mazzarri che, invece, l'arbitro ha spedito negli spogliatoi per eccessi di verbosità e chissà cosa d'altro. Pareggio che non serve a nessuno. Semmai conferma: difese che non tengono, Napoli che ha nell'attacco il punto di forza e Inter che fatica a produrre gol.

Fischi a Benitez, molti di più a Mazzarri: le tribune di San Siro hanno lanciato subito il segnale di intemperanza con il tecnico. La squadra ha provato a mettere rimedio giocando un primo tempo con tanta grinta e magari un briciolo di sfortuna quando Icardi ha creduto di tirare a colpo sicuro ed, invece, Albiol ci ha messo il piede salvatutto per la porta di Rafael. Partita di gran cartello e con gran cartelli in stile Chelsea per presentare i giocatori dell'Inter. Peccato che in foto ci fosse anche Nagatomo, eppoi sul campo Obi sicuramente più credibile del giapponese. Nagatomo ha fatto infuriare mica male il tecnico: fino a sabato aveva detto di essere in grado di giocare. Sabato pomeriggio ha alzato bandiera bianca e quell'altro, che va in tilt al minimo intoppo, lo avrebbe sbranato. Obi gli ha dato soddisfazione giocando a centrocampo e l'Inter ci ha provato approfittando della timidezza del Napoli: baricentro basso, tutto rintanato nella sua metà campo, di tanto in tanto qualche affacciarsi in area interista.

Tattica apprezzabile se avesse portato frutti, ma così non è stato. Il Napoli ha tradito l'istinto e il suo gioco d'attacco. Non a caso il cambiar faccia e atteggiamento nella ripresa ha portato subito all'incursione di Insigne che ha prodotto la prima vera azione da gol (tiro e palo esterno) del Napoli.

Prima poco e nulla. Nel giro di 45 minuti un solo vero tiro in porta: Hamsik si è fatto respingere palla da Handanovic, che ha mantenuto alta la tensione con qualche uscita da brivido.

Campo libero per l'Inter, dunque. Ma facile a dire. Poi sul campo… Il gioco sulle fasce, dapprima sempre a destra, poi con più continuità a sinistra(dove Dodò ha giocato da quarto della difesa) è stato bloccato dai napoletani con discreta soddisfazione. Difesa e centrocampo nerazzurro hanno fatto pacchetto di mischia anche nel modo di attaccare. Kovacic più rigoroso nel cercare di regalare logica alle azioni. Medel in eterno rimbalzare da una zona all'altra a caccia di avversari e palloni. Hernanes così estemporaneo da metter rabbia perfino ai compagni, anche se le due palle più importanti hanno trovato impronta dal suo piede: dapprima l'assist smarcante per Icardi, con il tiro appunto deviato da Albiol. Poco più tardi, sfruttando una esitazione di Inler per girarsi in area e mandare palla sul palo. Risultato: l'Inter ha rischiato il due a zero, con aggiunta di qualche tiretto. Invece si è trovata a zero gol fatti. E nel secondo tempo ha cominciato a vedere gli effetti del cambio di faccia del Napoli: Callejon ha dato uno squillo dopo 18 minuti, e il primo colpo del ko un quarto d'ora più tardi: quando ha pescato la spizzata di testa di Vidic, in area, e il clan difensivo delle belle statuine nerazzurre che gli ha permesso il tiro facile in gol. Buon per l'Inter che Guarin, appena entrato, ha pescato, tre minuti dopo, la deviazione sul colpo di testa da ercolino d'area di Icardi.

Finita? Macchè! Il destino non si è negato nulla: Callejon (pescato da Lopez) non ha perso colpi e trovato ancora la difesa in affanno per chiudere in gol. Roba da abbattere un toro, se l'Inter non avesse trovato il tocco della stella nel cross che Dodò ha recapitato sulla testa di Hernanes: libero (Koulibaly guardava) e bello per evitare la beffa.

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