Un abbraccio che ne ha racchiusi altri mille. Intenso al punto da superare la mera esaltazione sportiva. Quello che Roberto Mancini e Gianluca Vialli si sono scambiati nel momento in cui l'Italia ha vinto gli Europei di calcio 2021 è stato un gesto liberatorio. Profondo. I due sono infatti legati da una decennale amicizia, nata sul campo da gioco – ai tempi in cui entrambi indossavano la maglia della Samp - e proseguita poi nella vita. Ritrovatisi di nuovo l'uno accanto all’altro nell'impresa europea con la Nazionale, i gemelli diversi del calcio nostrano hanno chiuso un ciclo. E ne hanno aperto uno nuovo.
A soffermarsi con parole inedite sul proprio legame con Vialli è stato lo stesso ct Mancini in un'intervista concessa a Verissimo e in onda domani – 7 novembre – su Canale5. Nel programma di Silvia Toffanin, l'ex centrocampista non ha usato perifrasi. "Vialli è come un fratello. Abbiamo ancora molte cose da fare insieme", ha affermato, lasciando intendere di non considerare affatto conclusa l'avventura professionale condivisa e suggellata dal trionfo dello scorso luglio a Wembley. Proprio su quella notte magica, il Mancio è ritornato a distanza di mesi con il ricordo, soffermandosi sull'abbraccio scambiato con Vialli nel momento più bello: quello in cui l'Italia, superando la roulette russa dei rigori, ha conquistato il tetto d’Europa. L'esatto istante in cui il sogno azzurro è diventato realtà. "Trent’anni fa, nello stesso stadio, io e Gianluca, avevamo perso una finale di Coppa dei Campioni con la Sampdoria, quindi quella notte abbiamo chiuso un cerchio nel migliore dei modi. È stato bellissimo farlo con la Nazionale. Abbiamo giocato tanti anni insieme, siamo praticamente fratelli e ci portiamo dietro ricordi indelebili", ha affermato Mancini.
Su Canale5, alla domanda di Silvia Toffanin su come stia adesso Vialli, che sta combattendo da anni contro un tumore al pancreas, il ct della Nazionale ha confessato: "Sta bene, è in forma. Lui è forte, molto più di me. Credo che il fatto di stare insieme e di pensare al calcio, che è il nostro lavoro da sempre, lo abbia fatto stare bene. È un ragazzo forte e intelligente, è sempre stato un esempio e un punto di riferimento per tutti noi". L’ex calciatore, oggi capo delegazione della nazionale italiana, di battaglie ne ha affrontate diverse, sorretto anche da una particolare sensibilità spirituale: lo scorso luglio, dopo l'impresa europea, lo sportivo si recò in un santuario per vivere quello che definì "il tempo della gratitudine".
I suoi prossimi appuntamenti con gli Azzurri lo vedranno ancora nel ruolo di prezioso braccio destro di
Roberto Mancini, il quale oggi ritornando ad Euro 2021 ammette: "In pochi ci credevano, quando abbiamo cominciato tre anni fa sembrava una cosa impossibile: devo dire grazie ai ragazzi per quello che hanno fatto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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