La caduta annunciata degli dei del basket senese dopo il fallimento arriva in una mattinata romana dove il tribunale federale, come richiesto dalla procura, diretta dall'avvocato Marco Lucente, ha deciso per la radiazione di Ferdinando Minucci, l'uomo che aveva costruito quello che tutti, prima delle indagini della magistratura su ipotesi di evasione e falsificazione dei bilanci, consideravano una grande società cresciuta con il sostegno del Monte dei Paschi, che come sappiamo ha avuto pure i suoi guai, diventata imbattibile per aver scelto sempre giocatori di qualità che poi le avversarie si sono spartiti dopo il fallimento.
Giornata triste per il basket italiano che vede revocare a Siena 2 degli 8 scudetti, quello vinto (4-1 successo decisivo fuori casa) con Pianigiani alla guida nella stagione 2011-12 contro l'Armani di Sergio Scariolo, e quello conquistato nell'anno successivo, quando in finale fu la Roma di Calvani a perdere 4-1 contro la Siena di Luca Banchi.
Il tribunale federale che ha radiato anche Olga Finetti e Paola Sarpi, collaboratrici di Minucci, sospeso per 3 anni Cesare Lazzeroni e Luca Anselmi, appiedando per 9 mesi Jacopo Menghetti, giovane dirigente cresciuto in società, ha inoltre revocato le coppe Italia vinte nel 2012 a Torino, allenatore Pianigiani, contro Cantù (88-71) e nel 2013, trofeo conquistato al Forum di Assago (77-74) da Banchi contro la Varese di Vitucci, oltre alla supercoppa, sempre di Banchi conquistata a Siena su Varese.
Titoli e coppe che non verranno riassegnati perché la formula dei play off azzera le classifiche e anche le eliminate da Siena potrebbero reclamare sia per gli scudetti che per le coppe.
Fra dieci giorni verrà depositata la motivazione di una sentenza, particolarmente complessa come ha detto il giudice, a cui si appelleranno fino al collegio di garanzia del Coni, società e squalificati che nella loro difesa hanno ribadito quello che considerano un errore, voler creare un nesso casuale fra l'ipotesi delle procura delle Repubblica su evasione e falsificazione bilanci, inchiesta chiusa, ma che non ha ancora rinviato a giudizio nessuno, e la realizzazione di un vantaggio sportivo.
Dunque contrariamente a quando avvenuto per Calciopoli non ci sarà nessuna riassegnazione dei titoli, ma questa pioggia di cenere offusca un po' tutto e anche il basket non ne esce benissimo perché come diceva Amleto a trattare ciascuno secondo i propri demeriti non sapresti davvero chi meriterebbe più staffilate, considerando che sui pagamenti in nero sono pochissimi quelli che nel tempo possono lanciare la prima pietra. Vero che non sono mai stati intercettati dalla magistratura, ma negli anni le battaglie per capire se era lecito truccare i compensi con i contratti d'immagine hanno creato spesso lacerazioni.
Questo non toglie ai peccatori la loro colpa, un castigo che dovrebbe far arrossire, ma attenzione, suggerisce Tertulliano, a non esagerare perché la speranza di tutti è che le società possano sopravvivere anche alla cattiva amministrazione, alle pene. Questo ci interessa, nella speranza che gli altri 6 scudetti di Siena, le 3 coppe Italia, le 6 supercoppe possano ricordarci che qualcosa di buono era pur stato fatto, perché la crescita del gruppo con Ataman, Recalcati, suo il primo scudetto, Pianigiani e Banchi ha rappresentato qualcosa d'importante ed è giusto che non ci si dimentichi di campioni come Bo McCaleb, David Andersen, Stonerook o Kaukenas e Lavrinovic, del Daniel Hackett dello scudetto 2013, di Moss, questi due poi rivisti a Milano, come i lituani a Reggio Emilia, come Ress e Oertner che adesso giocano a Venezia.
Fare pulizia, chiedere
chiarezza, lo vorremmo tutti e per questo da tempo si chiede che anche la Lega basket renda pubblici i compensi per allenatori e giocatori in modo che si possano valutare le reali forze di una società, senza nascondere niente.
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