La settimana perfetta della Juve. Tre vittorie. Milan, City e Palermo. Un, due, tre. Risalita continua in campionato e ottavi di Champions in cassaforte. Dopo due uno a zero, ne sfiora un altro col Palermo perché il secondo e il terzo gol arrivano sui titoli di coda. Chissà se Allegri riavvolgendo il nastro delle parole si ricorderà quando parlando degli 1-0 dell'Inter li aveva catalogati «tra le cose inspiegabili del calcio». Sicuramente questi tre successi della Signora sono spiegabili. Con il ritorno alla difesa a tre, avvenuto proprio contro il Milan complice l'infortunio di Hernanes, e porta di Buffon di nuovo blindata; con le prime esibizioni del vero Mandzukic. Perché quella di Palermo è soprattutto la notte del croato, anche se doveva essere quella di Dybala che tornava nello stadio che lo ha cresciuto. I fischi ingenerosi per la Joya, invece sono inspiegabili. Non è sicuramente quella di Morata, ancora in panca, proprio dove l'anno scorso regalò tre punti fondamentali per il titolo. Quel triangolo che la Juve non si vuole scucire come dimostrano le quattro vittorie di fila, nonostante Allegri consideri «limitato» pensare al campionato. Ma sistemata l'Europa si può raddrizzare il discorso dentro i confini. Per farlo Allegri conferma l'ossatura che gli ha regalato gli ottavi di Champions battendo di misura il City. Cambia solo gli esterni con Cuadrado ed Evra per Lichtsteiner e Alex Sandro, rispettando la regola delle fasce «uno più difensivo, l'altro più offensivo». Mandzukic è preferito ancora a Morata, mentre Allegri «accontenta» Zamparini e non toglie più Dybala. Per il resto è 3-5-2 di contiana memoria perché è il momento di mettere fieno in cascina, a questo punto concedere altro vantaggio a chi guida in testa potrebbe anche significare scucirsi lo scudetto. Il Palermo parte forte, trascinato da Vazquez. Buffon non corre rischi, ma dall'altra parte nemmeno Sorrentino. Gilardino spara in rimessa laterale da posizione defilata in area, Bonucci mette fuori tutto solo. I bianconeri sfondano spesso sulle fasce, ma hanno poco o nulla da un Pogba evanescente. Il francese rimedia anche un giallo che, diffidato, gli farà saltare la trasferta di venerdì all'Olimpico. La squadra di Ballardini, che proprio con i rosanero ha battuto la Signora nell'unica volta in carriera, rincula alla distanza, spinta all'indietro da Dybala che si muove tra le linee, soprattutto in avvio galvanizzato dal ritorno a casa. Però davanti a Sorrentino giganteggia Goldaniga, difensore ex Juve, alla seconda presenza da titolare, arrivato a Palermo proprio nell'operazione che ha portato la Joya a Torino.E non è un caso che non ci sia lui a inizio ripresa su Mario Mandzukic che segna il gol del vantaggio con una testata prepotente. Non c'è più il rimpianto a lungo Tevez, ma il croato tra un problema fisico e l'altro è sempre più l'uomo dei gol pesanti. Il Palermo dopo il City, l'assist stavolta è di Dybala che pennella un cross perfetto. Ha avuto ragione Allegri a preferire ancora una volta il «lavoro sporco» di Mandzukic al fioretto di Morata.
L'ex attaccante dell'Atletico Madrid sfianca le difese a tra corsa e sportellate, poi le colpisce. La reazione del Palermo è in una rovesciata svirgolata di Trajkovski. La Juve chiude in totale controllo con Sturaro e Zaza che segnano, altre cartoline dall'isola al campionato firmate Juve.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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