Occhi sulla Juventus. Inevitabilmente. E come sempre. Perché se indossi il bianconero non puoi passare inosservato, almeno non in Italia: lottare per lo scudetto è obbligatorio, lo sanno tutti. Motivo per cui quanto accaduto lo scorso campionato - squadra lontana dalla vetta fin dalle primissime giornate, rincorsa affannosa e affannata al netto della successiva penalizzazione - ha rappresentato un unicum', almeno è quello che si spera dalle parti della Continassa: stasera la truppa di Allegri ripartirà da Udine, ovvero dal campo dove si era chiusa la passata stagione con una vittoria firmata Chiesa.
«Il nostro obiettivo sarà lavorare bene le parole di Allegri e, come minimo, tornare a giocare la Champions nel 2024/25: l'avevamo conquistata sul campo anche pochi mesi fa, poi è successo quello che tutti sanno. Dovremo trasformare l'amarezza in rabbia. In quanto Juve, puntiamo al massimo». Ovvero: piano con i proclami e le certezze assolute, ma avanti con un mix tra realismo e ambizione. «Chi vince è favorito, quindi il Napoli sarà la squadra da battere. L'Inter è forte, il Milan e la Lazio anche: non abbiamo ancora iniziato, è ancora tutto da vedere. Magari tra qualche domenica saremo più precisi. Noi dovremo migliorare il rendimento in trasferta: tra noi e il Napoli lo scorso anno ci sono stati 15 punti di differenza».
Tornare dal Friuli con tre punti sarebbe insomma un bel cominciare, lanciando un primo segnale al popolo bianconero e alla concorrenza. Senza Europa per una stagione («cambierà il modo di lavorare in settimana, non so se sarà un vantaggio o uno svantaggio») e senza nascondere il dispiacere, ma questa è la situazione e va di pari passo con la certezza di non avere più carichi pendenti con la giustizia: si può insomma pensare solo al calcio, a Giuntoli e Manna «che stanno lavorando bene, a Chiesa che ha un'altra gamba rispetto ai mesi scorsi, a Vlahovic del quale sono soddisfatto. Non credo che il mercato porterà stravolgimenti, ma da qui al 2 settembre possono cambiare tante cose: bisogna anche capire chi tenere e chi far partire per consentirgli di giocare».
Si riparte da qui, allora: da Chiesa e Vlahovic in attacco, entrambi ancora cedibili a fronte di offerte serie (e con Pogba convocato). A Udine due anni fa Ronaldo giocò la sua ultima partita con la Juventus vedendosi anche annullare un gol nel finale: chissà se Vlahovic se lo ricorda.
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