Non sono momenti di gloria. C'è una vecchia tradizione che dice male alla Juve: coppa dei Campioni o Champions league sono più dolori (e problemi) che soddisfazioni. Ci risiamo. Tutti insieme appassionatamente per andare a sbattere contro i muri. La squadra ne ha trovati due, Chelsea e Shakhtar, e ora sono tempi duri. La società dovrà cominciare a grattarsi la crapa sul che fare? La Juve torna in Champions a Torino e lo stadio è un po' troppo vuoto. Dice Agnelli: «Al Delle Alpi avremmo avuto nemmeno 10mila paganti, qui sono stati quasi 30mila». Vista così ha ragione lui, ma il discorso potrebbe valere per qualunque partita. Poi quei silenzi assillanti delle curve, fuori tempo e fuori luogo quando invece serviva l'urlo del tuono, lo strepito della battaglia: tutti zitti per una contestazione da paesino provinciale piuttosto che da centro calcistico d'Europa. Non è stato un gran riproporsi al vecchio continente pallonaro.
Rischia di star peggio la squadra sul campo che la società. I problemi del tifo sono quelli di una città che soffre una economia difficile come in tutto il Paese. E se spendi per andare a vedere la Roma, risparmi sullo Shakhtar. Non è difficile fare quattro conti in tasca. La Juve quest'anno ha avuto ottime risultanze dagli abbonamenti: 27mila in campionato, poco meno del pubblico pagante (29.368 paganti) dell'altra sera. Il Milan di campionato sta peggio, non solo in classifica. L'Inter si è ritrovata con lo stadio mezzo vuoto nella partita con la Fiorentina, nonostante il buon numero di abbonati. La tv paga e appaga lo spettatore. Pioggia, freddo e inverno faranno il resto. E non è certo problema di giorno infrasettimanale e lavorativo, come sostenuto da Marotta. Coppa Campioni, Champions e coppe assortite sono sempre state giocate tra il martedì e il mercoledì. Forse meglio andare a ripassare. La soluzione è semplice: abbassare i prezzi. Sennò la Juve migliorerà i suoi record di incasso, ma quasi mai con il bel colpo d'occhio a cui aveva abituato lo Juventus stadium in campionato. Poi ci sono i silenzi polemici per beghe paesane, ma quelli passano. Solo Bonucci si è lamentato di avere giocato in uno stadio muto. Certo, le stecche ammutoliscono ma la squadra aveva ben altri problemi cui dedicarsi.
Quindi meglio pensare a sfangarsela sul campo. La Juve ha scoperto di essere una corazzata in Italia e un incrociatore leggero fuor di confine. Era intuibile. Contro il talento, la forza fisica ucraina e la maestria tattica di Lucescu ha perso convinzioni e baldanza. È stata allievo più che sbrigativa regina. A Londra aveva sofferto un doppio svantaggio ma si era ripresa ripescando il risultato ed anche la sua anima. Contro gli ucraini-brasiliani-armeni è nata spenta e non si è mai accesa. Timidezza e mancanza di fantasia nel cambiare la gestione della partita sono state le palle al piede della squadra. «Anche la stanchezza», ha aggiunto Marchisio. Ma otto pareggi negli ultimi otto incontri europei segnalano una immaturità internazionale. Servono esperienza e qualità. Si sente la mancanza di una punta di assoluta consistenza. L'ultima di mercato dice che Marotta questa estate avrebbe offerto 20 milioni per avere Willian, il capellone centrocampista brasiliano 24enne, e Luiz Adriano il centravanti 25enne connazionale di Willian, ma lo Shakthar ne ha chiesti 30. Visto come è andata, a ciascuno il suo... rimpianto. La squadra sia a Londra, sia a Torino, è andata in svantaggio ed è riuscita a risalire: un bel merito. Ha rischiato anche di perdere, la traversa colpita nel finale da Willian, appunto, forse è un buffetto della buona sorte. Basta meritarsela. Ma l'appunto sulla stanchezza va tenuto d'occhio.
La Juve nei prossimi incontri dovrà rispondere alla domanda che tutti si pongono: ha una rosa adatta e vaccinata al doppio impegno Champions - campionato? È il primo mistero che accompagnerà la squadra fino a dicembre. Il secondo parla in cifre: tre gol fatti (e pochi tiri in porta), tre subiti con benevolenza della sorte. C'è da stare in allarme.
Attenti a non sottovalutare il problema: un tipo navigato come Lippi si è trovato fuori dalla Champions cinese, figuratevi quanto è facile cadere in un tranello europeo.
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