Il silenzio di Conte è assordante. Non occorrono parole per immaginare la sua delusione per tutto quanto accaduto nelle ultime due settimane: dai colpi sul mercato promessi e non portati a termine, alla mini fuga in campionato svanita nei minuti di recupero contro la Roma. E questa sera, potrebbe ritrovarsi a dividere la poltrona di capolista con l'Inter, in caso di successo dei nerazzurri contro la Fiorentina.
Conte è fatto così, parla poco ma quando lo fa usa espressioni e toni forti. Del tipo «se dobbiamo fare mercato, bisogna farlo come Dio comanda altrimenti è meglio non fare niente»: si aspettava Garnacho, o anche Adeyemi, pensava a Ndoye, s'è prospettato Saint-Maximin e invece alla fine è sbarcato Okafor. Aveva ricevuto rassicurazioni sui primi nomi della lista, ha incassato silenziosamente i colpi negativi del mercato di gennaio e si è concentrato interamente sul campo: la sua delusione è quella dei tifosi, perché l'allenatore non è uno che le manda a dire e in passato è andato via da club importanti per molto meno. Una storia che si rischia di ripetere anche a Napoli se passa il concetto che i 75 milioni di Kvara sono serviti a ripianare le perdite della scorsa estate, e non invece per rimpiazzare il georgiano con un degno sostituto.
L'idea che questa diversità di vedute sul mercato possa essere il primo, vero motivo di contrasto tra Conte e De Laurentiis allarma il popolo azzurro, conoscendo i due protagonisti. Nell'era ADL, già due volte in passato non era stato consolidato il primo posto in classifica a gennaio per puntare allo scudetto, puntualmente sfumato: quest'anno l'occasione sembrava propizia per investire e consolidare, anziché indebolirsi. Anche se il ds Manna, ammettendo gli errori della società, ha provato a far credere che con Conte quasi niente si è incrinato. «Tutto concordato con Conte. Certo, abbiamo sbagliato qualcosa ma alcune situazioni non sono dipese dalla nostra volontà. Kvara, ad esempio, non eravamo ricattati, ma quasi. Siamo stati costretti a cederlo a gennaio, era da tempo che il giocatore aveva manifestato l'idea di andare via e non aveva alcun senso trattenerlo contro la sua volontà. Siamo stati vicini a Garnacho ma all'ultimo sono cambiate le sue richieste, non potevamo accontentarlo per equilibri di spogliatoio, Adeyemi è stato sempre indeciso. Danilo? Tutto fatto, alla fine è sbucata fuori questa componente familiare e quindi non abbiamo insistito.
Per Comuzzo ci siamo spinti anche oltre il suo reale valore ma ci sta che qualcuno voglia prenderti per il collo negli ultimi giorni di mercato». Infatti, il punto è proprio questo: perché il Napoli non s'è mosso in anticipo conoscendo da tempo i capricci di Kvara e le richieste di Conte?
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