Sinner stuzzica re Nadal. Ma non basta

E a Roma in scena il tennis delle crisi isteriche: da Paire a papà Giorgi e Medvedev

Sinner stuzzica re Nadal. Ma non basta

Jannik Sinner ha perso, ma se lo chiedete a Nadal vi dirà che un giorno, tutto questo, sarà suo. Non si combatte alla pari con il re della terra per caso, soprattutto se tu hai quasi 20 anni e lui 15 di più. Se tu sei al cinquantesimo match nel circuito e lui al settantesimo solo a Roma. Insomma: finisce 7-5, 6-4 per Rafa, che ha dovuto risalire un break sia nel primo che nel secondo set, ma che sta aggiustando - come sempre - la mira in vista del Roland Garros. Ma per Jannik la sconfitta non è una lezione, anzi lo è ma nel senso buono: è di quelle che lui usa per diventare (ancora) più grande. «Lui è un giocatore incredibile - annuisce alla fine Nadal -, farà una carriera bellissima».

Intanto gli organizzatori degli Internazionali d'Italia di tennis devono aver istituito un premio aggiuntivo di cui hanno fatto sapere poco in giro: il matto del giorno. Per carità, detto in senso buono, ma non passa ormai sessione di gioco dove qualcuno si mette in mostra per vincere l'ambito riconoscimento. E lo fa, tra l'altro, in modo talmente palese, da far sospettare che ci sia in palio qualcosa di importante.

Strafavorito, a prescindere della vigilia, si conferma come possibile vincitore Benoit Paire, il francese barbuto che gioca ormai senza voglia se non quella di incassare il gettone del primo turno ed andare a fare il matto da qualche altra parte. Anzi, il «buffone», come lo ha definito il più importante quotidiano del suo Paese, L'Equipe. Esattamente «un buffone che ora ha stufato». Lui, dopo aver perso contro Travaglia, si è giustificato come al solito sbuffando. E a chi gli ha fatto notare le sue - appunto - mattane (ha perfino fotografato con lo smartphone la linea del campo dopo un punto contestato), ha risposto che «senza pubblico per me è come un allenamento, e mi comporto come tale. E poi sono sempre il 35 del mondo, nonostante tutto». Lo è solo perché le classifiche sono congelate, e lui - ovviamente - almeno su questo ci gioca. Fuoriclasse.

Lo sfidante più combattivo è Sergio Giorgi, padre (e si dice, padrone) di Camila. Non è la prima volta che le sue performance a bordo campo lo fanno notare, mai però si era arrivati che il giudice di sedia (Lara Morgane) chiedesse aiuto via radio dopo aver ricevuto improperi dal suddetto: «Per favore, mandate qualcuno, quest'uomo è matto». L'esatta traduzione potrebbe anche essere «alterato», ma lui ostenta pacatezza: «Si si è creato un circo sul nulla: finita la partita, per me è finito tutto. Si vedono le immagini Tv con l'arbitro che chiama rinforzi e io, calmissimo, che guardo dall'altra parte. Certo, fosse stato un uomo...». Temibile.

Ieri poi, ecco la (quasi) sorpresa: Daniil Medvedev. Che sarebbe il numero 2 del mondo, ma che è arrivato sulla terra rossa malmostoso perché non gli piace. Così, mentre affondava sotto i colpi di Karatsev, ha pensato bene di arrivare a pregare il giudice arbitro: «Ti prego squalificami. È meglio per tutti». Outsider.

In questo clima, per fortuna, c'è chi riesce a rimanese serio. Per esempio Lorenzo Sonego, che vince il derby con Mager e oggi negli ottavi sfida Thiem.

E poi Matteo Berrettini, che liquida in due set Millman e aspetta la sfida con Tsitsipas come un vecchio saggio: «Un po' Paire lo capisco: giocare senza pubblico non sembra una partita vera, e forse sulle classifiche ha ragione. O forse no: in fondo il circuito è ripartito. Insomma: mi sono contraddetto da solo...». Pazienza, ma non speri così di vincere il premio.

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