Quel gesto di Conte su Hakimi. "Perché gli ho preso la faccia..."

Conte ha festeggiato con forza la vittoria dell'Inter contro il Parma. L'episodio avvenuto con Hakimi al 93' ha dimostrato la sua fame di vittorie

Quel gesto di Conte su Hakimi. "Perché gli ho preso la faccia..."

L'Inter di Antonio Conte ha vinto un'altra partita fondamentale per la lotta scudetto. I nerazzurri hanno regolato per 2-1, a domicilio, il Parma di Roberto D'Aversa e hanno ora 6 punti di vantaggio sui cugini del Milan di Stefano Pioli. La doppietta di Alexis Sanchez nella ripresa ha fatto scappare la Beneamata che ha dovuto soffrire negli ultimi 20 minuti di gioco vista la grande pressione dei ducali che erano riusciti ad accorciare le distanze con Hernani. Al 93', però, ecco l'episodio che ha mostrato un'altra volta, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della furia agonistica di Antonio Conte.

Indemoniato

L'episodio è avvenuto al 93' con il Parma che sta spingendo alla ricerca del gol del pareggio e al 93' guadagna una punizione insidiosa che viene respinta dalla barriera, con Achraf Hakimi subito pronto a pressare un giocatore dei ducali e a conquistare una preziosissima rimessa laterale. Il 22enne marocchino, ex Dortmund e Real Madrid, trova sulla sua strada Conte che gli prende di forza la faccia e gli urla in faccia qualcosa, poi l'abbraccio e la spintarella per farlo rientrare subito in campo.

"Hakimi? Gli ho preso la testa e gli ho detto bravo, bravo bravo", questo il racconto di Conte nel post partita in riferimento all'episodio. "In quel momento Achraf ha conquistato una rimessa fondamentale. Questo è lo spirito che voglio dai miei giocatori e questo è quello che mi stanno dando", la chisura del tencico dell'Inter che lunedì 8 marzo incontrerà l'Atalanta di Gasperini a San Siro. I nerazzurri nelle ultime 18 gare di campionato hanno marciato ad un ritmo incredibile con 15 vittorie, due soli pareggi (contro Roma e Udinese) e una sconfitta contro la Sampdoria.

Conte dem

Conte si è poi definito democratico nelle sue scelte di formazione partita per partita: "Io penso di essere uno molto democratico, non regalo niente a nessuno. Prima c'è la squadra poi il singolo che viene esaltato dalla squadra. Se i giocatori vogliono andare d'accordo con me devono pensare col noi e non con l'io. Ho incontrato ragazzi desiderosi di farlo. Anche Hakimi è cresciuto: prima si dimenticava di fare la fase difensiva, è rimasto a volte in panchina ma ora sta meritando. E non dimentichiamo che col Genoa Darmian è stato tra i migliori in campo. Lo ripeto, io sono democratico, l'ultima cosa è guardare la testa".

Il tecnico dell'Inter non vuole però sentire parlare di fuga scudetto: "Siamo in una buonissima posizione, rispetto all'anno scorso siamo davanti a tutti. C'è stato un miglioramento ma mancano 13 partite, in Serie A ogni partita è una battaglia.

Si possono lasciare punti contro tutti, abbiamo 13 finali da giocare e vogliamo giocarcela facendo del nostro meglio. Se arriveremo in vetta alla fine del campionato saremo molto contenti per i passi in avanti fatti".

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