L'Olimpiade del basket che manca all'Italia dal 2004, argento ad Atene, sembra un sogno impossibile anche oggi dopo i sorteggi che hanno mandato Azzurra Fremebonda nella tana di Belgrado dove la Serbia è la grande favorita. Non avevamo tante speranze e anche se il sorteggio ci avesse mandato a Kaunas contro Lituania e Slovenia, o, magari a Spalato, dove se la giocheranno Croazia, Brasile e Russia non saremmo stati ottimisti. Così come se ci fosse capitato di andare a Victoria, in Canada, contro Grecia, Turchia e i padroni di casa.
La finestra per andare a Tokyo è un lucernario dove certo sarà difficile infilarsi ma, come dice Meo Sacchetti, ottimista da sempre come capita a chi sa battersi, adesso è inutile fasciarsi la testa. Passare la prima fase con le sfide del 24 e 25 giugno 2020 contro Senegal e Portorico che stava per mandarci a letto senza cena nell'ultimo mondiale, poi vedremo nella finale del 28 giugno come sarà la Serbia affidata a Igor Kokoskov, l'uomo del miracolo europeo con la Slovenia nel 2017, 20 anni nella NBA, oggi assistente ai Sacramento Kings dove gioca Bojan Bogdanovic, il migliore dei serbi nel flop mondiale contro Spagna e Argentina.
Non abbiamo una grande squadra, ma, parole di Sacchetti «giocheremo contro i padroni di casa, i grandi favoriti, lo eravamo anche noi nel preolimpico di Torino quando ci eliminò la Croazia». Per adesso sappiamo delle rinunce alla maglia azzurra, Hackett e Luca Vitali. A febbraio, nelle qualificazioni europee del 2021, scopriremo su chi potrà contare veramente la nostra nazionale che confida tanto nel talento di Nico Mannion, che spera di trovare in America un giocatore di origini italiane che possa garantirci solidità dove siamo più deboli, al centro.
Anche la Serbia ha problemi se pensiamo a come si è comportata in Cina, ma come dice il 47enne di Banaski Brestovac non mancano i talenti in quella scuola dove lui iniziò proprio con le giovanili dell'OKK Belgrado e poi col Partizan prima di andare a cercare fortuna nella NBA cominciando dai Clippers, vice di Brown campione con Detroit nel 2004, primo europeo a guidare una squadra della grande lega con Phoenix anche se l'anno scorso furono soltanto veleni (19 vinte, 63 perse).
Kokoskov al posto di Djordjevic che gli ha lasciato in eredità tre argenti preziosi, olimpiadi a Rio, mondiali in Spagna, europei in Turchia. Lui sa come vincere, se Jokic non farà la bella statuina come in Cina l'olimpiade la vedremo ancora in TV. Triste, ma è così.
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