Il green Tavares, il rosso Landini e l'okkupante Salis: sul Podio i peggiori del 2024

Un anno di Podio dei peggiori. Ma chi sono stati i peggiori di questo 2024?

Il green Tavares, il rosso Landini e l'okkupante Salis: sul Podio i peggiori del 2024
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Un anno di Podio. Ma chi sono stati i peggiori di questo 2024? Elly Schlein che le perde tutte (le elezioni), Giuseppe Conte che sfascia il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo pensionato ai giardinetti che piange sul suo assegno d’oro (perso), le toghe che anche quest'anno ce l'hanno messa tutta per far perdere quel minimo di fiducia che gli italiani ancora avevano nella giustizia. E poi le piazze violente, gli analisti alla Roberto Saviano e i giornalisti alla Sigfrido Ranucci che hanno instillato odio contro il governo ogni santo giorno, i finti martiri della sinistra che si sentono partigiani ma che poi starnazzano a reti unificate. E ancora: i cattivi maestri che dalle cattedre universitarie rimpiangono le Br, gli spacciatori di dossier, il Pd che tifa sempre contro l'Italia. E poi i soliti sinistrati che non ne azzeccano mai una ma che continuano a pontificare nonostante tutto. I pacifinti, i fan dell'accoglienza, i talebani green, i sacerdoti della dottrina woke, i soloni del gender e i crociati Lgbt, le amazzoni femministe che vedono il patriarcato ovunque, i radical chic che ancora sognano la patrimoniale.

Uno peggio dell’altro, non c'è che dire. Ma quest’anno i vertici della nostra assurda classifica sono stati "conquistati" da altri figuri. Partiamo, come al solito, dal terzo posto dove troviamo Carlos Tavares. Se il 2024 passerà alla storia come l'anno dello crollo del settore automotive, uno dei protagonisti indiscussi di questo sfacelo è sicuramente l'ex numero uno di Stellantis. Presa a tutta velocità l’autostrada a una corsia della rivoluzione green, si è schiantato contro il muro della realtà: l’elettrico è una sòla e gli italiani non sono disposti a farsi prendere in giro. Risultati pessimi, automobili invendute, concessionari sul piede di guerra e la grande beffa delle Maserati scontate per gli operai Stellantis. Davvero pessimo! Non che John Elkann abbia fatto di meglio. E nemmeno tutti gli altri capoccioni che guidano i grandi marchi dell'automotive. Speriamo che il 2025 li porti a più miti consigli e che, dopo la sbornia pro elettrico, ingranino tutti la retro.

Il secondo posto del podio va a Maurizio Landini e al sindacato rosso. Il 2024 sarà ricordato anche come l'annus horribilis degli scioperi: una sfilza senza fine (e senza senso) di proteste, mezzi pubblici bloccati, minacce e doverose precettazioni. Con un solo risultato: far imbufalire gli italiani. Landini l'aveva detto: "Porteremo in piazza la rivolta sociale". E così ha fatto. E non certo per difendere posti di lavoro. Quando avrebbe dovuto gridare contro la fuga di Stellantis dall'Italia, se n'è guardato bene dal farlo. Viene il sospetto che tutte le proteste, tutti gli scioperi, tutti i sit in organizzati quest’anno abbiamo avuto un unico obiettivo: aizzare le piazze contro la Meloni. D'altra parte non è un mistero che il capo della Cgil sogna di rubare il lavoro a Schlein e Conte e fare il capo della sinistra.

E veniamo al primo posto. Il peggiore dell’anno, o meglio la peggiore dell’anno è senza alcun dubbio Ilaria Salis. Per lei il 2024 è sicuramente un anno d'oro. Dalle carceri di Budapest allo scranno di Strasburgo, con il foglio di via di Avs. Dopo la figuraccia Soumahoro, la premiata ditta Bonelli-Fratoianni rifilano agli elettori un'altra candidatura improponibile. Sostenitrice dei centri sociali, fan delle occupazioni abusive, accusata di appartenere a una banda dedita ai pestaggi in giro per l’Europa: quale testimonial migliore per una sinistra sempre dalla parte dell'illegalità? Di voti, va detto, alle europee ne ha presi tanti.

Tutti dalle ztl dove i progressisti radical chic pontificano sul mondo senza conoscere le fatiche e i problemi della gente comune.

Alla gente comune, e ovviamente a voi lettori del Giornale e del Podio dei peggiori, vanno invece i nostri migliori auguri di un felice 202.

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