Roma Arriva un'altro cucchiaio di legno, il nono della serie in 20 anni di torneo. La sfida numero 100 del Sei Nazioni finisce con la vittoria della Francia: 25 a 14 per la squadra di Brunel che si ritrova la pratica fatta per metà dagli errori degli azzurri. E dire che i galletti visti ieri all'Olimpico sono stati tra i più anonimi mai visti nelle sfide latine tra i bleus e gli azzurri. L'Italia poteva e doveva vincere. E se non ce l'ha fatta è solo perché vittima di sé stessa, approssimativa e poco incisiva. Alla fine paghiamo gli errori banali in difesa che regalano due mete pesanti a Dupont e Huget. Due zampate che in 45 minuti annullano l'iniziale vantaggio costruito grazie al piede di Tommaso Allan. La stessa apertura azzurra ha le sue colpe: sbaglia due piazzati e sceglie la via della rimessa laterale quando in un altro paio di occasioni poteva tentare la via dei pali. Punti che pesano e che alla fine si faranno sentire sulla gestione del match.
Per restare in partita ci pensa Tito Tebaldi. Il mediano del Benetton non brilla come contro l'Irlanda ma almeno la mette sul fisico e con la sua meta riporta gli azzurri sulla linea di galleggiamento. E' la conferma che la partita la puoi giocare anche a dispetto delle amnesie. La Francia è sbiadita, poco coraggiosa, ma tiene botta. La differenza la fanno gli errori quando si tratta di combattere in trincea. E' clamoroso quello di Zanon che perde il pallone mentre plana sulla meta francese dopo una bella trasformazione per linee esterne.
Poi con un uomo in meno arriva il lampo di Penaud che chiude i conti e aggiunge una sconfitta alla serie nera di 22 partite del rugby azzurro. Parisse viene incoronato miglior giocatore della partita, un premio che sa tanto di liquidazione, aspettando il mondiale giapponese per il passo d'addio del capitano.
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