La danza indisturbata del duo Mercedes. Il triste doppio sorpasso di Alonso su Vettel. Quello avvenuto nella prima parte del Gran premio, in palio un nono posto, e quello sul finire, giro 46, in palio la sesta piazza. Un doppio e mesto incrocio tra ferraristi passati e futuri che rende l'idea dell'attuale sfacelo maranelliano visto che Seb è finito dietro Nando nonostante sia partito dal box e dopo quattro soste. Uno sfacelo rampante che ben si sposa con l'altro sfacelo: quello della F1 in crisi che ha fatto visita al Paese più importante per il motorismo, mettendo purtroppo in mostra tutte le proprie bruttezze. Per esempio, una griglia ridotta di 4 monoposto perché due team sono falliti: la Caterham e la Marussia; per esempio, team storici come la Rossa e la McLaren ombra di se stessi. Era dal 1967 che non accadeva l'inimmaginabile: e cioè che nessuno, tra McLaren, Ferrari e Williams, vincesse almeno una gara nell'anno. Sta per succedere adesso. Le residue speranze, visto anche lo stato di forma e il motore Mercedes di cui dispongono, sono affidate alle monoposto di sir Frank (ieri Massa quarto, Bottas quinto, per la verità sotto tono). Ma forse, per l'appassionato pubblico a stelle e strisce, peggio di tutto è stato assistere a un Gp senza storia fin dal primo metro visto che il duo Mercedes, tempo una manciata di tornate, è sparito all'orizzonte a fare le cose sue.
Meno male che Alonso nei sorpassi tristi e Ricciardo in quelli più allegri validi per il suo podio finale, hanno regalato qualcosa da vedere. Soprattutto il cangurone italoceanico che dopo i pasticci combinati al via gli è toccato fare gli straordinari per recuperare le posizioni perdute in partenza. Poi ci ha preso gusto e non si più fermato. Quanto ai dominatori, le due Mercedes, Rosberg partito benissimo, Lewis scattato sobriamente attento, hanno contribuito alla causa dello show solo per 4 giri 4, quando Hamilton, dopo una bella progressione sul compagno, gli si è piazzato addosso, passandolo in staccata al giro 24. Nico per un attimo è stato tentato di chiudere un filo la porta ma a 334 all'ora molto meglio non farlo. Soprattutto con tutto il vertice Mercedes che da giorni ripeteva «ok, siete liberi di corrervi contro, ma non di fare scontri».
Questo l'unico acuto made in Germany. Perché poi i freschi neo campioni del mondo costruttori hanno congelato tutto, anche il tifo. Rosberg, preso il cazzotto da Lewis, si è un poco addormentato, svegliandosi qualche giro dopo quando si è ritrovato Ricciardo a meno di 4''. Poi basta show: posizioni fissate e Nico più vicino a Hamilton giusto perché non si dica che non ci ha provato, anche se era chiaro come il sole che l'ordine d'arrivo non sarebbe più stato toccato. In questo piattume, qualche duello minore nelle retrovie e, poco più avanti, il solito Alonso che a metà gara ha offerto un altro duello decadente, stavolta con Button. Per il resto...
Rossa a oltre un minuto, Kimi invisibile, e quinto trionfo di fila di Hamilton, decimo dell'anno, vittoria n° 32 in carriera. È lui l'inglese più vincente di sempre e se i doppi punti di Abu Dhabi gli toglieranno il titolo sarà la vergogna più grande di questa F1 allo sbando.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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