La Namibia con l'ora legale per regalare alzatacce antelucane all'Italia del rugby. Per gli azzurri è iniziato stamane il mondiale impossibile, quello che ci mette nello stesso girone di Sudafrica e All Blacks. Arriviamo in Giappone dopo il solito Sei Nazioni a digiuno di vittorie e quattro test che ci hanno portato in dote solo il successo sulla Russia. Il ranking dice che siamo nel secondo gruppo della corsa e che con noi basta alzare un poco il ritmo e l'intensità per farci andare fuori giri. Non è il caso degli africani con i quali abbiamo un bilancio di 2 sconfitte e una vittoria. Squadra fisica, di scuola sudafricana e per l'Italia ostacolo da gestire anche perché non sarà facile affrontarla al debutto nel mondiale. O'Shea lascia in panchina Polledri affidandogli il ruolo di impact player e si affida a una terza linea con Steyn e Mbandà ad affiancare Parisse. In panchina va anche Minozzi, al suo posto Padovani.
Non è un mondiale facile perché le grandi ci sono arrivate preparate. Ieri gli All Blacks hanno battuto il Sudafrica, la Francia solitamente incerta al debutto ha ipotecato un posto nei quarti con la vittoria di misura contro gli argentini mentre l'Australia ha piegato in scioltezza i figiani.
Quanto a noi, dietro c'è tanta qualità, ma O'Shea punta sul bilanciamento tra attacco e difesa perché il vecchio caro catenaccio anche nel rugby può rivelarsi di una certa utilità in una coppa del mondo che potrebbe rivelarsi anche divertente.
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