Cavani, la carica dei 101 azzanna un'Inter spuntata

El Matador fa gol in doppia cifra: è a 14 da Maradona. Nerazzurri senza attaccanti: altro ko ma non sfigurano

Cavani, la carica dei 101 azzanna un'Inter spuntata

Chivu capitano, Ranocchia preoccupato, Guarin torna dopo il Cagliari del 14 aprile, Benassi su Hamsik, davanti nessuno. Un acrobatico Stramaccioni riesce a metterne insieme undici e se la gioca senza indugi, zero da perdere e improvvisamente si vede un'Inter libera, spensierata, aperta, imprevedibile tranne nel risultato, perché alla fine perde ancora, ma questa volta esce in piedi, dopo essere andata nettamente oltre le più ottimistiche attese.

Proprio la mancanza di punte è la maggior preoccupazione di Mazzarri, i tre lì dietro non hanno riferimenti, una volta scende Kuzmanovic, un'altra Alvaro Pereira, poi Guarin o Jonathan. Quando in area ci arriva Alvarez l'Inter si prende un rigore, e l'evento sembra impossibile. È Zuniga che calcia l'argentino e lo fa cadere in piena area su azione corale. È il 23', Alvarez calcia, non spiazza De Sanctis che intuisce ma la mette per l'1-1 temporaneo che sembra addirittura strameritato.
Forse è la reazione alla possibile goleada annunciata dopo tre soli minuti al gol di Cavani, facile, troppo facile. Chivu e Ranocchia stringono l'uruguaiano al limite dell'area ma quando Pandev trova l'imbucata giusta, i due si aprono, Cavani raccoglie e piazza un piatto destro preciso, Handanovic si tuffa ma non ci arriva. Solo tre minuti e la partita per tutti è già segnata perché davanti all'Inter manca la ciccia. Invece Alvaro Pereira trova un sinistro velenoso che De Sanctis in tuffo mette in angolo, poi Guarin calcia sul primo palo e ancora De Sanctis deve lavorare, insomma, davanti è meglio senza punte.

E se Zuniga non si lasciasse svenire al primo contatto in area con Jonathan, magari l'Inter è capace di andare all'intervallo in parità. Invece Giannoccaro assegna il secondo rigore della serata, generoso, Zuniga si ripulisce l'anima e Cavani dal dischetto fa il centesimo in serie A. L'Inter mette la palla al centro e ricomincia e questo è bello. Non è vero che il Napoli fa la partita, ha delle occasioni stupende con Hamsik, Dzemaili e Pandev, ma resta in cesta e cerca di abbassare il ritmo. Buon segno, il Napoli dimostra di aver trovato la maturità necessaria per non gettare le partite al vento come in passato gli è successo, l'Inter di approfittare di questa incoscienza adolescenziale che le fa affrontare a viso aperto un avversario nettamente più forte, più organizzato e soprattutto al completo.
Forse qualcuno fra i nerazzurri ha capito in ritardo che la stagione è saltata da tempo ma siamo alle valutazioni finali, è come se ci fossero meno scialuppe di passeggeri e bisogna darsi una mossa.

Mai visto tutto quel movimento in campo, cioè s'era visto, ma in passato, ai tempi dello Juventus stadium, cose di cinque mesi fa, una vita. Insomma chi vuole ripresentarsi dopo le ferie ad Appiano in questo tanto vituperato club, deve sbattersi, perché non c'è posto per tutti e via di qua chissà come gli gira e qui un pezzo di pane non si nega a nessuno.


Poi se Cavani la mette per la terza volta (e va a 14 gol da quelli in azzurro di Maradona) è solo il calcio che a volte è qualcosa di logico, l'Inter fa la partita, verissimo, e Mazzarri li tiene attenti per il contropiede, l'arma migliore di questa squadra da diverse stagioni. Magari il 3-1 è pesante ma fa meno male di altre volte.

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