Moratti festeggia il diciottesimo anno di presidenza: più che un cin cin, un calice amaro. Penseranno i tifosi dell'Inter: un po' se l'è cercata. Basta elencare le ipotesi: si è fidato troppo di Stramaccioni, non ha avuto mano sempre felice nelle scelte di mercato di quest'anno, senza grandi investimenti non si va lontano, anche se in inverno ha tirato fuori bei soldoni per riassettare la squadra. Lo consolerà pensare che, dopo un 4-1 subito a Firenze negli anni sessanta, partì la grande Inter. Oggi Moratti difende ancora Stramax. «Non è solo colpa sua, in campo ci vanno i giocatori. Ieri c'è stata una sola squadra in campo e l'altra che subiva. Stramaccioni? Gli sono concessi degli errori e quelli di ieri non sono tutti suoi», ha replicato a chi puntava il dito contro il tecnico.
Un modo per difendere Stramaccioni e per togliergli di dosso quel peso che il tecnico si è addossato. «Normale che io sia sotto esame e che il presidente Moratti sia arrabbiato, ma ora vinciamo il derby e voltiamo pagina», ha risposto Stramax da Coverciano. «Ci aspetta una settimana decisiva, io ho commesso i miei errori ed è ovvio che quando alleni una squadra come l'Inter sei sempre sotto giudizio. Moratti è arrabbiato e rammaricato come tutti noi, ieri ho visto soprattutto una squadra stanca. Ma l'Inter, lo assicuro, non è quella di Firenze».
Parlano i numeri e sono pesanti: l'Inter non vince in trasferta da novembre, partita vinta 3-1 contro il Partizan, ha realizzato un punto nelle ultime nove trasferte. Non può essere solo stanchezza. Stramaccioni gioca all'autoaccusa, ma non può bastare. Ha ragione Moratti: i giocatori vanno in campo. Ma dovrebbe soggiungere: il tecnico non può sbagliare sempre (è già la seconda volta che Stramax fa mea culpa), altrimenti è da cacciare. Per ora il presidente nerazzurro si contiene. Stramaccioni è una sua creatura: va difeso. E l'altro incassa e cerca di portare a casa risultati: «Probabilmente ho valutato male nelle gestione del mio gruppo e questo ha finito per condizionare molto. Ho sbagliato, credevo di poter disputare le ultime tre gare ravvicinate con lo stesso blocco di giocatori, invece l'abbiamo paga cara. Io so che il mio futuro è quello dell'Inter, vogliamo andare avanti in Europa League e sfruttare al meglio l'occasione del derby, una partita dove metteremo tutti in campo, per riscattarci e ripartire.
Oggi è un altro giorno e soprattutto sarà un'altra Inter». Discorsi sentiti tante volte, da tanti tecnici poi finiti sotto il treno della rabbia morattiana. Stavolta il presidente ha il freno tirato, la salvezza di Stramax non passa solo dal derby.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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