Strisce pedonali

La posizione del governo francese nella possibile fusione Fca/Renault è come da copione. Non è la prima volta che i francesi considerano ingerenze delle semplici e chiare iniziative di politica industriale. In un mercato libero debbono prevalere le logiche economiche, non le sovrastrutture politiche che si basano su visioni ideologiche e non razionali del problema. Il governo e i sindacati francesi, con il loro modo di operare, intendono proteggere le fabbriche e i posti di lavoro di Renault. Non è proprio così.

Renault, con l'attuale assetto, incontrerà grossi problemi a fronteggiare le sfide che il mondo dell'auto deve affrontare. Vetture elettrificate, connesse e guida autonoma richiedono investimenti consistenti al di sopra dei livelli attuali. Bisogna ristrutturare l'organizzazione progettuale, produttiva e distributiva. Gli ingegneri elettrici vanno assunti e amalgamati con i meccanici e gli elettronici.

Le reti di distribuzione del prodotto, debbono essere ristrutturate per diventare più moderne, efficienti e meno costose. Tutte cose che richiedono la presenza consistente sui principali scacchieri globali: Usa, Europa e Asia. Renault è un produttore regionale e come tale deve cercare alleanze e fusioni. Ci ha provato con Nissan, ma la storia si rivela travagliata e di non facile sviluppo.

L'accordo con Fca in una logica industriale e di mercato è perfetto, farlo cadere è un grave errore. Peraltro, anche Fca da sola non può affrontare e vincere le sfide future. È in ritardo nell'elettrificazione dei prodotti, ha bisogno di grandi investimenti per rilanciare Alfa Romeo e Maserati, e il marchio Fiat stenta in Europa. Il nostro governo conosce tutte queste realtà, ma a parte qualche timido segno di approvazione iniziale, non dà segni di voler promuovere con forza la fusione tra le due aziende.

Il modo migliore per proteggere le fabbriche e i lavoratori italiani è quello di avere una dimensione tale da poter affrontare i mercati mondiali con piglio e prodotti competitivi. A fronte delle posizioni poco convincenti del governo francese, l'esecutivo italiano dovrebbe entrare in campo con fermezza e promuovere la fusione.

*Presidente Areté-Methodos

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