Chi sulla braccia come Bernardechi, chi sul collo come Nainggolan o chi come Ibra ne ha sparsi ovunque. Stiamo parlando dei tatuaggi: spesso solo disegni ornamentali e spesso pensieri, persone e fatti che le persone si fanno marchiare addosso per non dimenticare. O forse solo per onorare. Ora un medico dell’Università di Colonia, dopo uno studio, invita i calciatori e le società a bandire questio disegni indelebili su pelle.
"L'inchiostro non rimane solo sulla pelle"
Addio all'inchiosto sulla pelle, almeno nel calcio. È questo il consiglio di Ingo Frobose, medico tedesco di Colonia. Al Sun ha spiegato il motivi che lo hanno portato a invitare atleti e società a dire basta a questa forma d'arte: "Proibirei i tattoo per i calciatori. I club prendono sul serio tutti i piccoli aspetti della salute dei loro giocatori, ma non si occupano affatto di questo comportamento: ci vuole maggiore attenzione perché vari studi hanno dimostrato che, dopo un tatuaggio, i giocatori soffrono del 3-5 % a livello di prestazioni in campo", ha spiegato al quotidiano brittanico.
E ancora: "La pelle è l’organo più grande che possediamo.
Ulteriori ricerche hanno dimostrato che 60-70 % dell’inchiostro da tatuaggi non rimane sulla pelle, ma passa nel flusso sanguigno. Infine, grandi tatuaggi possono influenzare la capacità del corpo sotto l’aspetto del sudore".
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