Successione Olimpica

Dopo 12 anni Bach lascia la presidenza Cio. Domani l'elezione del nuovo n°1: in pole la Coventry, sarebbe la prima donna, e Coe

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A due passi da Olimpia, dove tutto è cominciato, si eleggerà domani il nuovo Capo dello sport mondiale. A Costa Navarino, nel Peloponneso, in una delle località più glamour di tutta la Grecia, la 144esima sessione dell'Assemblea Generale del Comitato Olimpico Internazionale si è aperta con il discorso del presidente uscente Thomas Bach. Il 71enne tedesco, avvocato, olimpionico di scherma a Montreal '76, ha sottolineato la «fragilità dei Giochi e dei loro valori», che devono venire «prima di tutto!». Un chiaro riferimento al motto del presidente statunitense Donald Trump (America First), il quale proprio in queste ore sta trattando una tregua con Putin. A proposito, la Russia è stata bandita dal Cio quasi 18 mesi fa a causa della guerra in Ucraina e la sua reintegrazione nello sport mondiale sarà una delle tematiche con cui dovrà fare i conti il nuovo presidente insieme alle sfide degli esports e delle nuove discipline che piacciono ai giovani. Se Bach nei suoi 12 anni di mandato ha dovuto affrontare il Covid, lo scandalo del doping russo e appunto l'invasione in Ucraina di Mosca, il prossimo presidente si troverà davanti delle questioni delicate: dal rapporto con l'amministrazione Trump in vista dei Giochi estivi di Los Angeles 2028 alla questione dei transgender, per cui lo stesso tycoon chiede chiarezza dopo averli banditi.

Sono sette candidati mai così tanti nella storia del Cio in lizza per guidare lo sport mondiale. Sembra una corsa a tre fra Lord Coe, 68 anni, britannico, due volte campione olimpico nei 1.500 metri e numero uno dell'atletica leggera mondiale. Coe, che è stato legislatore del partito conservatore britannico dal 1992 al 1997 e a capo dell'organizzazione dei Giochi di Londra 2012, poi ha rilanciato il primo sport olimpico dopo che il predecessore era stato travolto dallo scandalo dei casi doping. Secondo Coe gli atleti transgender rappresentano «un rischio per l'integrità dello sport femminile». Per questo motivo ha invitato il Cio a introdurre regolamenti che siano applicati a tutti gli sport, insistendo sul fatto che «il genere non può prevalere sulla biologia». Coe si è inoltre guadagnato il merito di aver assunto una posizione dura nel bandire gli atleti russi e bielorussi in risposta all'invasione dell'Ucraina nel 2022. Di recente, era stato contestato dal Cio per aver introdotto i premi in denaro nell'atletica ai medagliati dai Giochi di Los Angeles 2028. L'altro nome forte è quello di Kirsty Coventry, 41enne ex olimpionica di nuoto e ministro dello sport dello Zimbabwe nonché membro Cio dal 2013. La Coventry, che avrebbe il sostegno di Bach, potrebbe diventare la prima donna in 130 anni di storia a dirigere il Cio, un'organizzazione che negli ultimi anni si è impegnata per la parità di genere e che ora l'ha raggiunta ai Giochi. «Sono affezionata, gareggiavamo insieme. È una donna che si dà da fare nell'ambiente. Prima o poi questa barriera verrà abbattuta», ha dichiarato Federica Pellegrini, che sarà tra i tre italiani (sui 109) insieme a Ivo Ferriani e Giovanni Malagò che voteranno. Il terzo nome forte è quello di Juan Antonio Samaranch Jr., 65 anni, spagnolo, vicepresidente del Cio e figlio dell'ex presidentissimo in carica dal 1980 al 2001. Rispetto ai primi, non ha un passato da atleta, ma ha un profilo manageriale. Si è detto pronto a consentire agli atleti russi e bielorussi di competere sotto una bandiera neutrale a Milano Cortina 2026 ed è legato anche alla Cina (è stato presidente della Commissione di coordinamento di Pechino 2022). In corsa anche David Lappartient, francese, numero uno del ciclismo mondiale.

In lizza anche il principe Feisal al-Hussein (Giordania), il presidente della federsci Johan Eliasch (Gran Bretagna) e il presidente della ginnastica mondiale Morinari Watanabe (Giappone). Si prevedono diversi turni di votazione (eliminato chi prenderà meno preferenze): le alleanze dell'ultimo minuto potranno fare la differenza.

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