Per alcuni è tutta una montatura, una questione ingigantita dai media e dai virologi, però qui i discorsi stanno a zero, perché a decidere sono i Governi, i quali sulla base di dati e proiezioni agiscono e dispongono. Il ciclismo che si è rimesso in moto ufficialmente a fine luglio, rischia di doversi nuovamente fermare (ieri il GranPiemonte è finito al neozelandese George Bennett, che ha preceduto il nostro Diego Ulissi, ndr).
La Svizzera ha fatto la prima mossa: niente Mondiali di ciclismo. Erano in programma dal 20 al 27 settembre a Martigny. Ad annunciare lo stop all'appuntamento su due ruote più atteso, sono stati gli stessi organizzatori elvetici specificando che in seguito alle decisioni prese nelle scorse ore dalle autorità federali «le grandi manifestazioni che prevedono la presenza, a vario titolo, di un migliaio di persone sono proibite fino al 30 settembre. Quindi organizzare i Mondiali diventa impossibile».
Una decisione che era già nell'aria da qualche settimana, ma che attendeva di essere formalizzata anche dall'Uci, la federazione mondiale, che lo ha fatto ieri pomeriggio con una lettera inviata alle federazioni nazionali. Nella missiva, si sottolinea che viene annullato anche il congresso, e che si lavora a un piano B da definire entro 15 giorni, per salvaguardare gli atleti che si stavano preparando al Mondiale. Al momento l'ipotesi più accreditata è quella di un Mondiale ristretto alle solo prove dei ragazzi e delle ragazze professionisti, ed è molto probabile che a salvare nuovamente tutto il circuis sia la Francia, che organizzerà a Plouay gli Europei e non è detto che in Bretagna si possa anche pensare di rendere l'impegno stellato anche iridato.
Si è parlato anche di suggestioni italiane (Veneto o Emilia Romagna), smentite sia dal presidente Federale Renato Di Rocco che dal Ct azzurro Davide Cassani che è anche presidente dell'Apt Emilia Romagna. «Mondiali in Italia? Lo escludo ha detto categorico Renato Di Rocco -. Sarebbe bello, ma noi non abbiamo assolutamente chances», nel senso di possibilità, alla francese, che è pur sempre la lingua ufficiale del ciclismo e ultima frontiera per salvare tutto il salvabile. Covid permettendo.
È sempre di ieri la decisione del presidente del Nizza di giocare la prima partita di campionato con il Lens in programma il 23 agosto a porte chiuse.
Cosa centra il calcio francese con il ciclismo? Da Nizza, una settimana dopo, dovrebbe scattare il Tour de France. Due giorni fa Christian Prudhomme, direttore della Grande Boucle, ha chiesto al pubblico di indossare la mascherina sempre e comunque, non solo nelle aree in cui sarà obbligatorio farlo, ma potrebbe non bastare.
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