
Alexiou, Berenbruch, Topalovic, Cocchi, De Pieri. Cinque nomi per esprimere un concetto: l'Inter si affida con i fatti al futuro, per necessità e per scelta. Comincia convocando 5 baby per la sfida di questa sera alla Lazio, in Coppa Italia, in una rosa sforbiciata dalle assenze e con Napoli e Feyenoord nelle immediatezze. Prosegue indicando proprio in quella Generazione Z il futuro dalle scelte societarie fuori anche dal campo. «Da anni si parla della Generazione Z, nel frattempo gli anni passano e la Generazione Z si sta affacciando sul mondo del lavoro o sta terminando il suo percorso di studi. Se l'Inter saprà essere nel novero dei suoi interessi, lo sarà per molti anni».
Strategie di campo e scrivania, più investimenti e più ricavi. Dopo 9 mesi di gestione, l'Inter di Oaktree è ambiziosa come lo Zio Sam, con quel dito puntato che indica la strada. Lo dice proprio il presidente nell'Assemblea degli azionisti: sceglie tre volte la parola futuro, scandisce verbi con quella formula di tempo semplice, parla di nuove strategie, sviluppo, crescita. È l'Inter americana, come forse mai era stata sino a questo momento. Un'Inter che non ha paura di cambiare registro e di scegliere una linea diversa, nonostante sia lo stesso Marotta a ricordare che i nerazzurri sono primi in classifica, unici italiani ancora in corsa in Champions è tra le prime 8 in Coppa Italia. È rischioso abbandonare la strada vecchia per quella nuova, soprattutto scegliendo profili giovani da inserire in rosa e se gli investimenti sui parametro zero negli ultimi anni hanno portato successi in campo e nella contabilità. Ma l'Inter non sconfessa se stessa né Seneca, per cui dipende dal futuro chi non realizza il presente. Anzi: «La filosofia sarà di investire su profili giovani che siano anche asset patrimoniali». Una concezione che riecheggia, lì nella pancia del Meazza dove è pronunciata, con quell'approccio americano che strizza l'occhio ai vicini di casa del Milan. Con cui, spiega Marotta, nei prossimi giorni si presenterà un'offerta per rilevare l'area di San Siro e quella adiacente, così da dare corso al nuovo impianto. Un focus primario della società, perché «oggi è dimostrato che se non hai uno stadio all'altezza, fai fatica a competere».
Una complessa formula Excel in cui tutto torna e tutto è pianificato, eccezion fatta per l'intervento dell'inviato de Le Iene sull'ipotesi di legame tra le dimissioni da consigliere indipendente del cda di Domenico Carassai, professionalmente impegnato in una piattaforma di servizi per il gaming online. Mentre si stava già per allontanare, Marotta spiega: Mi coglie parzialmente impreparato, prendo atto di quello che dice.
Prende tempo, come fa chi sa che il futuro custodisce le risposte migliori. Tra queste, la partenza della seconda squadra l'anno prossimo, che giocherà a Monza. E la fiducia in Inzaghi: «Il suo ciclo non è affatto finito».
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