
La volata scudetto fra Inter e Napoli è anche il testa a testa fra Inzaghi e Conte, così diversi nei modi e nello stile e così uguali nella voglia di vincere. Conte è un veterano degli scudetti, ne ha vinti 5 da calciatore (della Juventus) e 4 da allenatore, l'ultimo sulla panchina dell'Inter (2021). Poi se ne andò, cedendo il passo proprio a Inzaghi, che dopo aver impiegato 3 anni per sconfiggerne il fantasma (impresa centrata solo con lo scudetto della seconda stella) si ritrova impegnato in questo duello diretto, quasi fisico. Entrambi hanno un unico precedente di arrivo in volata in campionato, avversario sempre il Milan. Conte vinse il suo primo titolo nel 2012, l'anno di Muntari; Inzaghi lo perse 10 anni dopo, nella stagione in cui fu fatale il recupero di Bologna.
Altri fantasmi, cui l'Inter non ha voglia di pensare e allora per Inzaghi è più conveniente immaginarsi e vivere le ultime 5 giornate di campionato come se fossero scontri diretti di coppa, dove i suoi numeri sono molto più lucidi e tondi di quelli di Conte, fuori da nerazzurro per due anni su due nel girone di Champions, e mai brillante in Europa su qualsivoglia panchina si sia seduto, mentre il rendimento dell'attuale Inter «è il migliore mai avuto dal club», ha ricordato Marotta, celebrando l'eliminazione del Bayern Monaco, con enfasi che oggi appare un tantino eccessiva. Inzaghi re di coppe, Conte mago dei campionati. L'ha vinto anche in Inghilterra, col Chelsea. Non una vera volata come adesso, ma un lungo testa a testa col Tottenham, stroncato a 2 giornate dalla fine (+7 e tutti a casa).
La fatica di Inzaghi e dell'Inter, il lavoro di Conte e del Napoli, la gestione attenta degl'impegni, la capacità di programmare e di sfruttare le settimane senza partite. E tanti giocatori abituati a vincere. Due anni fa, lo scudetto di Spalletti. Qualcosa è cambiato, ma molto è rimasto, da Meret a Di Lorenzo, da Lobotka ad Anguissa: 6/7 titolari sono gli stessi e chi è arrivato non è certo inferiore a chi è partito, per esperienza e capacità, cominciando proprio da Big Rom Lukaku, presunto cocco di Conte, ma invece molto di più, come dicono le sue statistiche (12 gol e 10 assist, in 31 partite su 33). Lo scudetto sul filo dei punti, i dettagli faranno la differenza e 15 partite giocate in più (cui vanno sommate le due semifinali Champions col Barcellona) non sono dettagli, anzi. Contro la Roma, Inzaghi recupera finalmente Dumfries e Zielinski, buoni almeno part time. Thuram forse si vedrà a Barcellona.
Squalificati Mkhitaryan e Bastoni, dentro Frattesi e Augusto. Cercasi partner affidabile per Lautaro. Napoli contro il Torino con Raspadori al posto di Neres, ma sempre senza Buongiorno e Juan Jesus. Oggi tutti in silenzio per il lutto papale, domani parlerà il campo.
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