Tevez e Marchisio gol: Allegri replica Conte

Il tecnico batte per la prima volta Stramaccioni e non sbaglia l'esordio allo Stadium. Nella Juve bene Pereyra, clone di Vidal. Udinese, solo difesa

Tevez e Marchisio gol: Allegri replica Conte

nostro inviato a Torino

Come prima, più di prima, la Juve riassapora il vecchio stile: gioca la partita con la tranquillità dei forti, eppoi si affida a due tiratori scelti per mettere in chiaro che lo Stadium resta una fortezza difficilmente espugnabile, anche se sulla panca avversaria c'è Stramaccioni che, con l'Inter, c'era riuscito. Altri tempi, altra squadra per le mani. Stessa Juve con Tevez e Marchisio a mettere la firma in questa seconda vittoria di campionato, in attesa di una settimana difficile da dividersi tra Champions e Milan. Non è ancora Signora dai sapori forti, il gioco di Allegri non esalta, ma per ora basta.

Se l'è cavata bene il tecnico nel primo incontro ravvicinato allo Stadium: tutto nell'ordine di una fredda sopportazione con il tifo bianconero, ma nemmeno un coro pro Conte, e prima volta che gli capita di battere Stramaccioni. Se l'è cavata meglio la squadra che, dopo otto minuti di svaporata melassa calcistica, ha chiamato all'appello Tevez e quello ha risposto: ci sono! Azione Juve vecchio stile, ovvero nel segno dei segni di Conte: Lichtsteiner che sfrutta il passaggio-taglio di Pereyra, attira a sé i difensori e poi rimette palla indietro e in area per chi arriva prima. Ci sono cascati in tanti negli anni passati, ieri ci sono cascati Danilo e Allan come allocchi e l'Apache è stato il solito gattone d'area con annesso piede da killer. Gioco facile per la Juve che sembra carta carbone con quella dell'anno passato (anche nei cori beceri del pubblico rimasto tranquillo solo per 24 minuti). Squadra non proprio arrembante e nemmeno troppo veloce, compassata con alcuni sprazzi di gloria e di vita calcistica che gli avversari vanno a soffrire.

L'Udinese si è messa immediatamente sulla difensiva e non si è schiodata dall'idea di difendere la sconfitta: ogni tanto qualcuno ha cercato i piedi buoni di Di Natale o la velocità dello spaesato Muriel, ma nulla che facesse pensare a un ben congegnato gioco di squadra. Stramaccioni stava sulla panca con lo sguardo da condottiero bieco, anche un po' altezzoso, ma poi che dire del suo gioco? D'accordo, l'Udinese è rimasta a galla per 70 minuti, nonostante il primo gol ed, anzi, ha rischiato lo sgambetto alla Signora con quel gol di Bubnijc, dopo 20 minuti della ripresa, che l'arbitro ha pescato in fuorigioco. Ma tutto questo va a merito, e demerito, della Juve che quasi mai ha spinto sull'acceleratore. Nel conto positivo va messa la bella linea d'attacco sulla sinistra, grazie a triangolazioni e feeling tra Evra e Pogba, ma poi il gigantone juventino andava al tiro come avesse un piede mozzarella, anziché la sua silurante: ad eccezione di una punizione deviata dal portiere dopo 4 minuti della ripresa. Eppure Pogba ha fatto intuire, e vedere, prepotenza atletica e superiorità di gioco anche ieri sera: partivano dal suo piede palloni decisi, come avesse il radar e ne illustravano la bontà tecnica. Invece sulla destra si infilava Pereyra , ex Udinese che, evidentemente, conosce bene le falle dei vecchi compagni e, per tanti versi, pareva di vedere la perfetta controfigura di Vidal anche nel modo di correre, non solo nel proporsi in attacco.

Dal tutto facile al tutto bene, però, ce ne passa. Tevez ha buttato qualche pallone, Llorente nel primo tempo non ne ha acchiappato neppure uno, e ne ha calciato uno decente nel finale. Solidità non ha fatto rima con spettacolarità. Qualcosa in più ci poteva stare, al netto di assenze importanti. La ripresa è stata più tonica, anche nel conto delle occasioni.

E una bella combinazione fra Evra, Tevez e Marchisio ha portato il Principe al tiro che gli piace tanto: randellata da fuori e trentesimo gol in serie A. Tevez ieri sera è arrivato a venti. E alla fine si vede anche Morata, seppure per soli due minuti. E la Juve promette di non farli fermare qui.

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