Tocca a super CR7 dimostrare che il calcio in Arabia non è un cimitero d'elefanti

Cristiano al sesto Europeo, è record assoluto. In Germania deludono diversi giocatori della Saudi L.

Tocca a super CR7 dimostrare che il calcio in Arabia non è un cimitero d'elefanti
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Sulla carta, partiranno tutti e tre in panchina. Compresa sua maestà Cristiano Ronaldo, arrivato comunque da protagonista al sesto Europeo avendo esordito nel 2004 (argento), giunto poi terzo nel 2012 e vittorioso nell'edizione 2016. Stasera, al termine di una stagione che lo ha visto indossare la maglia dell'Al-Nassr nella Saudi Professional League senza alzare alcun trofeo e segnando comunque 35 reti, il cinque volte vincitore del Pallone d'oro non sarà quasi certamente tra i titolari nel match che vedrà il Portogallo affrontare la Repubblica Ceca: come lui anche Otavio (suo compagno di club) e Ruben Neves, ovvero gli altri due connazionali che hanno scelto di accettare le milionarie offerte del calcio più ricco del mondo. Scelta azzeccata o no, dipende come sempre dai punti di vista: azzeccatissima guardando il conto in banca (200 milioni a stagione per CR7), rivedibile tenuto conto del contesto e della relativa competitività del campionato. Di sicuro, Ronaldo rimane uno cui non piace perdere nemmeno a scala quaranta: infatti, dopo essere arrivato solo secondo in campionato alle spalle dell'Al-Hilal ed essere stato battuto dagli stessi avversari anche nella finale della King's Cup - ovvero la Coppa d'Arabia è scoppiato a piangere in panchina come un ragazzino, vedendo ancora una volta rimandare l'appuntamento con il primo successo (dopo sette manifestazioni disputate) da quando è sbarcato da quelle parti. È anche questa la magia dello sport, quando gli stati d'animo hanno la meglio sui soldi già arrivati a prescindere.

Da oggi comunque il portoghese andrà per l'ennesima volta a caccia dell'elisir di eterna giovinezza e, insieme agli eventualmente utilizzati Otavio e Ruben Neves (rispettivamente 29 e 27 anni), proverà a fare capire al mondo esterno che la Saudi Pro League rappresenta qualcosa in più di un cimitero degli elefanti o di un campionato dove si vivacchia e poco altro. Altre controprove arriveranno nel corso del torneo, tenuto conto che i primi segnali lanciati dagli altri arabi' non sono però stati granchè: Milinkovic-Savic (Al Hilal), già centrocampista totale alla Lazio con il vizietto del gol e più volte finito nel mirino della Juve, ha passeggiato per il campo nella sconfitta della Serbia contro l'Inghilterra, così come non ha destato grande impressione l'ex interista Marcelo Brozovic (Al-Nassr) nella Croazia dominata dalla Spagna.

Appena meglio è andata a Georginio Wijnaldum, spesso infortunato alla Roma prima di trasferirsi all'Al-Ettifaq: per lui, la mezzora finale del match contro la Polonia e i tre punti in classifica. A tenere alto il vessillo saudita, semmai, il rumeno Nicolae Stanciu: tesserato con gli arabi del Damac e a segno nel 3-0 inflitto ieri dalla sua Nazionale all'Ucraina.

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